martedì 10 luglio 2012

Luglio 2012: Camerun

5 Luglio

Una lunga, sconnessa strada che attraversa la foresta alle spalle di Limbe', ci conduce alla meta del nostro cammino, intrapreso dopo l'allenamento pomeridiano: il convento delle suore carmelitane di clausura. Il perché del nostro cammino verso questo solitario, ameno luogo mi rimane oscuro, ma devo ammettere che comunque ne vale la pena: salire fino a poco più di mille metri, partendo da 12 sul livello del mare, in un paesaggio composto da montagne popolate di palme e manghi, o piantagioni di te, e' comunque un bel viaggiare. Arrivati in cima a questo monte, che volge a ovest da un lato, sull'oceano, e ad est sull'altro, verso il monte Camerun, uno fra i più alti di tutta l'Africa, oltre i 4000 metri dice Max, e scesi dalla macchina, entriamo totalmente in un altro, ulteriore, mondo: una bolla immensa avvolge di silenzio assoluto il monastero, bucata solo dal cinguettio degli uccelli, dal gracchiare dei corvi e da un verso assolutamente irriconoscibile per le mie europee orecchie; intorno a noi natura selvaggia, alberi, prati, fiori, avvolge l'edificio, al cui interno da poco più di vent'anni sono ritirate in clausura le suore dell'ordine di Maria ausiliadora...della madonna dell'incoroneta! Non ricordo l'ordine cui appartengono, ma ricordo bene il loro sorriso contagioso e lo stato di beatitudine che mi hanno trasmesso, pur comunque manifestandomi un grande entusiasmo per la nostra visita, quindi uno stato magari celato di solitudine, in particolare le due con le quali ci fermiamo a parlare: l'una, veneta, amica di Francis, alla quale abbiamo portato vestiti da casa sua, e l'altra sicula, di Enna, unitasi a noi solo per il desiderio di vedere, parlare con qualcuno. Bell'incontro, che ha acceso in me un sacco di interrogativi sulla loro vita, sul loro ordine: per quale motivo ci si rinchiude in un eremo, lontano da tutto e tutti, predicando una religione il cui "promotore" viaggiava per il mondo, vivendo con le persone, dialogando e rapportandosi con tutti, ma proprio tutti, quelli che incontrava? Cacchio, e' come voler insegnare a giocare a calcio restando seduti davanti alla playstation, senza mai scendere in campo! Mi risulta incomprensibile la cosa, anche se frate Silvio dice che la loro e' una scelta libera, quindi razionale, fatta da loro, senza costrizioni, quindi magari non condividibile, ma comprensibile. Non a me, almeno per adesso.
In ogni caso l'incontro con le sorelle mi ha donato ulteriore serenità, accentuando in me un po' la malinconia per Si (vorrei tanto, ogni volta che esco dai campi del mondo e vivo esperienze di qualsivoglia specie, averti con me, per condividerle in itinere) ma facendomi rivedere molto positivamente tutta la giornata e...la vita fin qui.
Giornata che ha preso il via con l'allenamento mattutino coi bambini, corso con gli allenatori di grande fattura grazie al supporto fondamentale del prof, Silvio, e test finale per capire quanti dei presenti e' stato presente non solo col corpo, ma anche con la mente, durante le nostre lezioni. Alla sera, distrutti, ci siam rinchiusi nel "nostro" ristorante, piatto di gamberi con plantein frit e via!
Ora, pero', si dorme: domani ci si sveglia prima, perché si inizia il corso di secondo livello, con gli allenatori che già hanno superato quello di primo, accompagnandoli sul campo, in corso d'opera, mentre cioè svolgono la seduta, cercheremo di guidarli, eventualmente correggerli, e in generale migliorare il loro modo di essere allenatori Inter Campus. Il mestiere più bello del mondo!

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