venerdì 20 luglio 2012

Emilia, Luglio 2012

Emilia Luglio 2012

I campi si calpestano in tutto il mondo, Italia compresa, quindi questa volta eccomi qui, a casa mia, in una terra da poco colpita e segnata da un terremoto devastante, per ripetere l'esperienza vissuta nel 2008 in Abruzzo, dopo il medesimo "problemino" di stabilità della terra. L'obiettivo è quello di far giocare i bambini dei diversi paesi colpiti dal sisma, coinvolgendoli nella nostra classica attività di allenamento, cercando in questo modo di donar loro un paio d'ore di divertimento, serenità e, perché no, apprendimento calcistico.
Ai nostri allenamenti affianchiamo poi la consegna dei kit dell'Inter, proseguendo la nostra opera di evangelizzazione neroazzurra, coinvolgendo nel gioco bambini di ogni fede calcistica, superando grazie alla palla magica, ogni forma di antipatia, di antagonismo, almeno per un paio d'ore. Ed è bellissimo vedere bimbi che mi si avvicinano con la maglia della Juventus, o del Milan, o del Napoli, cambia poco, rifiutando quella che gli sto porgendo, per poi infilarsela a fine seduta e dirmi, quasi sottovoce, "adesso l'Inter è la mia seconda squadra"! Spettacolo! Non mi frega, anzi non voglio proprio, cambiare la fede calcistica di questi bambini, ma attraverso il mio, nostro, allenamento voglio riuscire ad educarli al rispetto, alla tolleranza, anche solo della squadra avversaria, e fino ad oggi sembra che ci si riesca. Se da piccolino un allenatore del Milan fosse venuto da me, offrendomi la maglia e facendomi giocare con lui, credo proprio che non avrei accettato e pur di non indossare quei colori, avrei forse rinunciato a giocare, o almeno avrei chiesto di farlo senza divisa, mentre questi bambini, pur nella loro estrema difficoltà, mi stanno insegnando tanto, mi stanno dimostrando di essere più bravi di me, di me bambino, ma anche di me adulto, infilandosi quella maglia tanto diversa dalla loro tanto amata e giocando col massimo impegno con un allenatore "diverso" da quello che vorrebbero incontrare. Davvero, senza retorica: veramente dei grandi bambini ho incontrato fin'ora, nei miei due giorni emiliani. Due giorni vissuti tra i paesi di Novi, di Finale Emilia, di Medolla, di San Prospero e Bomporto, tra case crollate, campanili crepati, capannoni sfondati, ma anche tra gente con le maniche rimboccate fino alle spalle, operose, tenaci, per nulla rassegnate di fronte alla sorte avversa. Gente...con due maroni così, per dirla alla francese, che nonostante tutto prova a continuare, o meglio a riprendere, a lavorare e a vivere normalmente, sfruttando anche l'ironia per andar oltre il terremoto. Ironia che scorgi nei bar, dove la specialità è il "caffè con scossa", o nelle parole dei nani con cui gioco, quando mi dicono che  "a noi non piace proprio stare fermi", o in altri cartelli che leggi lungo le statali che collegano i vari paesi. Grandissimi, veramente grandissimi ed ammirevoli per l'energia, per la voglia di rialzarsi, la testardaggine quasi interista nel non voler mollare mai! Grandi! E martedì saremo di nuovo in campo, questa volta senza Aldo, ma con Andre in più, a completare lo staff Inter Campus composto da me, Lore e Dario. Ancora una volta, grazie Inter Campus per l'esperienza che mi fai vivere!

Nessun commento:

Posta un commento