martedì 10 luglio 2012

Luglio 2012: Camerun

3 Luglio

Quando le missioni iniziano con giornate positive come questa, non posso far altro che caricarmi al massimo per affrontare ancora meglio le restanti e dare tutto me stesso per le splendide opportunità che mi si donano!
Grande corso mattutino, che ha guadagnato punti importanti grazie all'integrazione di Silvio a ciò che io ho preparato e spiegato agli allenatori; ottimo allenamento pomeridiano gestito da loro, utile per avere importanti informazioni sul loro modo di preparare e sviluppare una seduta di allenamento; grandioso allenamento mio e di Silvio lungo le strade del villaggio dove teniamo il corso (un 8' di 30"+30" a 3'48" di passo medio, un tabata da 1100 metri e un 6' di 20"+20" e 10"+10" da 1500 metri...tanta roba!); lezioni di vita africana in serata, impartite da Francis, il numero uno tra tutti i coordinatori inter campus nel mondo! Grazie a lui ho scoperto un po' più il significato di famiglia per le genti di queste parti, non concepita come determinata  dai soli legami di sangue, ma intesa in maniera più "allargata", al punto da considerare mamma e trattarla come tale anche la vicina di casa che mi ha cresciuto, con la quale da sempre ho un rapporto strettissimo, o riconoscere come fratello anche l'amico di sempre, al quale per dimostrare il mio affetto "regalo"mio figlio, chiedendogli di crescermelo e di amarmelo come fosse suo, senza per questo passare per padre degenere o mostro! "Qui e' così", continua a ripetermi il buon Francis, raccontandomi proprio la sua storia per meglio spiegarmi questo concetto: lui e' stato regalato ad un amico dal padre e da questi e' stato cresciuto con grande amore, al punto da riconoscere limitante il concetto di unicità paterna, poiché lui sente di averne due, uno biologico, al quale e' comunque fortemente legato, e uno "storico", i cui figli naturali sono suo legittimi, veri e propri fratelli. Certo, non e' sempre rosa e fiori, a volte il bambino viene abbandonato dal padre legittimo, ma il vicino che lo "raccoglie" lo accoglie in famiglia come fosse figlio suo, accudendolo e amandolo come proprio erede naturale; o giovani che non hanno possibilità di accedere all'università per mancanza di soldi in famiglia si fanno "adottare" da altri, che pagano per i suoi studi e al quale lui si sente legato, e loro a lui, come se fossero da sempre l'uno con gli altri. Purtroppo, però, dice Francis, queste tradizioni vanno via, via sparendo a causa della progressiva occidentalizzazione del Paese, che non concepisce questo concetto di famiglia allargata e lo vede come incivile, primitivo, disprezzandolo e sostituendolo con quello classico, nostro, europeo, cristiano. E con questa, mille altre tradizioni, usi, culture proprie di questo mondo vanno sparendo, perché non capiti e non condivisi dai bianchi e quindi messi al bando; tradizioni religiose (l'albero della verità: un albero che non si può indicare, dove si svolgono i processi, perché di fronte a lui si DEVE dire la verità; l'albero della pace, un albero di fronte al quale si festeggia l'arrivo di nuova gente nel villaggio; l'uso di segnarsi gli abiti con una croce rossa, quando, in un incidente, si perde un parente; le cerimonie di iniziazione alla vita adulta, riservate ai giovani adolescenti e celebrate dallo chef del villaggio e mille altre), ma anche lingue che vanno sparendo, perché ormai nessuno le parla più, perché incivili, incomprensibili al mondo moderno ed industrializzato. "Non sono camerunesi e non sono europei: i ragazzi sono ad una rotonda, continuano a girare e non sanno quale strada imboccare", mi dice il saggio Francis. Più che disastri noi bianchi non abbiam fatto e continuiamo a fare...

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