domenica 4 marzo 2012

Uganda Maggio 2011

Uganda 2011 una lunga, quasi infinita lingua di asfalto separa l'immensa savana del west nile, popolata di scimmie, elefanti, giraffe, ippopotami e tutti quegli altri animali fino ad oggi compagni di viaggio per mezzo dei vari documentari trasmessi dalle televisioni e fino ad oggi quasi mitici, fantastici esseri, viventi soli in quello schermo colorato. fino ad oggi, perché questa volta inter campus mi ha portato ad Angal, nell'estremo nord est dell' Uganda, a pochi passi dal confine con il Congo, 18 km dicono i padri nostri ospiti; Angal, terra selvaggia, nel cuore della savana, dove la vera Africa, quella dei documentari sopra citati prende forma e vita. Per la precisione la nostra avventura si realizza presso la sede dei padri comboniani, una missione nel mezzo del nulla, tra villaggi di terra e fango e la natura selvaggia. Proprio qui nel 1928 i padri comboniani decisero di stabilire un loro centro, creando scuole ed ospedali per la gente povera, poverissima, della regione e proprio qui lo scorso anno abbiamo deciso di provare ad aprire un inter campus, dando supporto ad un ragazzo di questo villaggio che, mosso dai padri, ha creato una squadretta coinvolgendo quasi cento ragazzini, allontanandoli dalla strada e dando loro, anche se solo nel week end, la possibilità di inseguire una palla e divertirsi come tutti gli altri bambini del mondo. poco importa se la palla e' sgonfia, se ai piedi non hanno le scarpe e se il campo e' disseminato di merde di vacca; poco importa se durante l'allenamento passano sul campo boda boda, capre e gente diretta all'ospedale; poco importa se il campo e' in pendenza, ha delle voragini enormi ed e' fatto di terra rossa sabbiosa, che col caldo e il vento si solleva e con la pioggia si allaga;  l' importante e' inseguire quella palla e da oggi con una maglia importante addosso, prima nemmeno sognata: quella dei campioni d'europa!  Con Juri siamo arrivati qui sabato sera, dopo un viaggio infinto in jeep durato sette ore, da Nagallama, dove abbiamo fatto prima tre giorni di corso con i nostri allenatori "storici" e allenamento con il nostro esercito di 600 bambini in nero azzurro. concluso il lavoro con la classica, formalissima cerimonia in perfetto stile ugandese, siam saliti in macchina alla volta di Angal, per dare ufficialmente inizio ai lavori di inter campus in questa zona. I padri che ci hanno accolto qui sono persone straordinarie, trasferitesi qui chi da 40, chi da 25 anni, decise a cancellare la propria vita, le proprie aspirazioni, le proprie egoistiche prospettive, per dedicarsi completamente agli altri, ai loro bisogni e alle loro sofferenze, per...un sorriso, forse un grazie, ma certo poco di più. e nessuno sa nulla di loro, della loro esistenza e del loro quotidiano, instancabile lavoro, dalle sei del mattino alle 19 della sera. Grandi uomini, grande persone, con uno spirito giovane e meravigliosamente positivo.  Padre Gino da Vicenza, di poche parole, profondo teologo, aperto alla conoscenza di nuove prospettive e religioni ( stava leggendo un trattato teologico sull'islam quando siamo stati da lui), generosissimo e desideroso di avere visite, compagnia; con lui una sera mi son bevuto due Tembo, riducendolo ai limiti dell'ubriachezza, causandogli sensi di colpa il giorno seguente. Padre Mario, leccese, il più giovane e attivo dei padri; suonatore di clarinetto, appassionato di astrologia (ma con un cielo stellato, spaventosamente popolato di lucine bianche vibranti, di diverse intensità, chi non lo sarebbe?), che si muove tra i vari villaggi della zona a bordo di un vecchio fantic 150, di propieta' di un altro fratello, ormai impossibilitato ad usarlo dopo un incidente.  Padre Luigi, Bergamasco verace,78enne, con 40 anni di vita trascorsi in questa zona, ma con l'accento ancora ben marcato nella parlata. Uno spettacolo, il mio preferito tra i presenti, sempre sorridente, con una vitalità unica ed invidiabile. Lui e' il nostro referente, il nostro contatto, lui e' quello che ha spinto Ivan, il nostro "allenatore" a creare la squadra e ha pensato di dar vita ad inter campus quaggiù. Lui e' colui che ci ha permesso di scovare questo angolo sperduto di mondo, di vivere l'ennesima, grandiosa, esperienza, di giocare a calcio con altri nuovi, eppur sempre uguali, bambini in nero azzurro. E siamo solo all'inizo... Grazie Inter Campus.

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