venerdì 19 agosto 2022

Piove...

Pioggia. Cazzo, pioggia. Un sole “pallato” fino a oggi, un cielo blu cobalto come in pochi altri posti ricordo di aver visto fino a ieri, e oggi, giorno del “festival” per i bambini, giorno di chiusura delle attività con tutti e 126 i “calciatori e le calciatrici” in campo per giocare per circa 90 minuti, piove. E che cazzo. C’è da dire che per lo meno il caldo è un po’ scemato per via dell’acqua, quindi, per lo meno a me e hai bambini, l’atmosfera risulta piacevole e gradevole. Anche gli allenatori non sono disturbati dall’acqua che scende dal cielo, per cui i giochi iniziano alla grande, tra urla di gioia per gol fatti, e richiami da parte dei mister per dare consigli e accorgimenti. Purtroppo, però, i grandi capi non la pensano come noi, per cui dopo poco più di venti minuti di gioco “ordinano” la sospensione delle attività e la ricerca del riparo da parte di tutti. La cosa mi fa incacchiare non poco, ma inizialmente abbasso il capo e sto al gioco. Giro, però, tra i gruppi e ovunque i bambini mi chiedono di tornare a giocare, così come gli allenatori. “Alberto, perché siamo fermi?”, “Alberto, noi giochiamo sempre sotto la pioggia”, “Alberto, digli che sei tu il responsabile del campo, facci giocare”. Mi fiondo, allora, dal segretario generale e dal presidente della federazione. “Signori,  bambini vogliono giocare e anche noi siamo venuti fin qui per stare in campo. Lasciateci giocare”. “No, non possiamo. Dobbiamo evitare che si ammalino”. “Ma se stanno fermi, bagnati come sono, sicuramente si ammalano”, ribatto. Uno scambio di opinioni che dura un paio di minuti, con la super visione della mia nuova capa e l’intervento del mio collega (messo a tacere con un “quanti allenamenti hai gestito nella tua vita? Zero? Allora lascia fare a me”), per poi ottenere un “ok, ma sei tu responsabile della situazione. Se peggiora ferma tutto”. “Ma certo”, e volo via. “Ehi guys, let’s go back to the pitches!”. Un urlo, davvero, un super urlo, segue queste mie parole! E un nugolo di bambini sbuca da sotto le tribune per tornare in campo! Un successo. Alla fine, sarà un successo. I bambini contentissimi per la giornata, i mister che non la smettono di ringraziarmi per averli fatti tornare in campo, e il mio responsabile che ammette che il campo è il mio regno e che devo essere io a decidere. Un successo a tutto tondo. Non tanto mio, ma di quella magica sfera di cuoio, che incredibilmente attrae chiunque e spinge chiunque oltre la pioggia, la neve, il vento.

Nessun commento:

Posta un commento