sabato 14 aprile 2018

Back to China

Back to China
Niente da fare, non mi ci abituerò mai: i viaggi infiniti, con scali interminabili e fusi orari assurdi sono una cosa alla quale non riuscirò mai ad abituarmi. Partire alle 22:40 del sabato da Milano e arrivare alla meta, la città di Fuyang dopo 30 ore (precisamente riesco a docciarmi in camera in  hotel alle 10:30 di lunedì), è una cosa che risulta difficile da comprendere per la mia testolina e da accettare per il mio corpo. Tant’è che dopo la doccia, decidendo di allenarmi, mi sento svuotato, mollo di gambe e assolutamente senza forze. Per fortuna la sera, dopo i vari meeting del giorno, trovo uno spazio molto bello e suggestivo per correre e ridare un po’ di energia, un po’ di vita, alle mie gambe, ai miei polmoni, al mio corpo in generale, con una bella e sciolta sgambata di dieci chilometri. Per essere in Cina, pur cosciente di essere in una piccola città di “soli” 7 milioni di abitanti, rimango sbalordito nell’imbattermi in una zona pedonale lungo l’argine del fiume Ying che attraversa la città, zona pedonale che dopo circa due chilometri rispetto a dove l’ho imboccata diventa strada sterrata che si inoltra dentro un bosco, accompagnando lo scorrere dell’acqua su di un lato. Mi sembra incredibile correre nel verde, senza macchine, senza caos, traffico, clacson e con l’illusione di respirare aria “pulita”. Bellissimo. Peccato che tornato in albergo mi attenda una cena a base delle stesse pietanze del pranzo, ossia piatti rigorosamente cinesi: verdure stufate, carne bollita, pesce fatto in chissà che modo e…cazzo, un serpente! Quella cosa che aveva in mano una delle commensali era proprio la testa di un serpente! Madonnina. Non ho mai difficoltà a mangiare in qualunque paese del mondo, in qualunque contesto, situazione in cui mi trovo, eccetto…in cina. Qui soffro il cibo, non tanto gli ingredienti, quanto il modo di cucinarli, e soffro gli odori. Oltre a patire un po’ il loro modo di stare a tavola, di succhiare rumorosamente i vari bordini che si ingurgitano, di scaracchiare rumorosamente tipo anziano in ospizio. Insomma, qui un po’ soffro. Ma ora crollo comunque


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