martedì 17 aprile 2018

In campo


IN CAMPO Ad un certo punto, nel pieno dell’esercitazione e proprio quando avevo ormai catturato l’attenzione di tutti i bambini e, nonostante il gigantesco ostacolo della lingua, stavo ormai “facilmente” guidandoli nelle varianti pensate, una leggera pioggia è iniziata a cadere, scatenando il panico tra i professori. I miei “giocatori” non sembra nemmeno che se ne siano accorti, ma tutto intorno gli sguardi e il vociare confuso, seppur incomprensibile, mi fa immediatamente capire cosa sta per succedere. E infatti ecco Jhon muoversi verso di me e nel suo inglese cinesizzato farmi capire che devo finire. Faccio finta di nulla. “Ok, ok, I’m going to stop them”, gli dico, ma continuo a chiamare i gruppi in quadrato, correggendoli e motivandoli, viste anche le loro risposte positive. La fortuna volge velocemente dalla mia e dopo uno scroscio piuttosto violento, il cielo grigio decide di lasciarci stare, permettendoci così di portare a compimento l’allenamento, perchè se avesse continuato, pur leggermente, avremmo sicuramente dovuto chiudere il tutto. Con rabbia e rammarico, aggiungo io. Perchè, cacchio, non si può sospendere la seduta per due gocce! Ma qui è così: la scuola non ha spogliatoio, i bambini non possono farsi la doccia e per alcuni di loro l’orario della giornata non si conclude con la lezione di calcio, ma prosegue con altre ore di lezione, per cui se si dovessero bagnare sarebbe un problema. Non so bene quale possa essere questo problema, visto che non fa per nulla freddo, ma annuisco alla spiegazione del preside e ringrazio il cielo per avermi concesso di finire più o meno tranquillamente l’allenamento. Perché qui ogni secondo in campo è fondamentale, ogni esercizio, ogni correzione, ogni spiegazione è necessaria, anche qualcosina in più di necessaria, per provare a far crescere questo progetto, a far ingranare il nostro intervento su questo campo del mondo, che missione dopo missione, mi ricorda per tanti versi sempre più quello cubano. Sotto allora con l’incontro coi mister subito dopo, per lasciar loro qualche nuova indicazione, qualche ulteriore consiglio, sperando che questa sia la volta buona.



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