mercoledì 18 aprile 2018

LA TRUFFA DEL THE

LA TRUFFA DEL THE
La racconto, va bene, la racconto, ma non perché ci sia capitata, figurarsi. La racconto perché…un mio amico, anzi un amico di Gabri, poverino, ci è cascato ed è stato truffato, proprio qui a Shanghai, quindi per evitare che altri ci caschino, poveri sprovveduti, ritengo utile scriverne. Dunque, per quel che mi ha raccontato nel suo pomeriggio libero era in giro per Shanghai con altri due nella zona turistica lungo il fiume, di fronte alla grande antenna, in fin dei conti simbolo della città, e a tutto lo sky line cinese, quando tre giovani studenti li hanno approcciati con la più classica delle scuse: una foto. Da li le domande di routine di chi ti vuol attirare nella sua trappola: da dove vieni? ah, Italia, bellissima, sono stato qui, sono stato li, vorrei andare li, vorrei andare la. Insomma, una serie di cazzate per farsi benvolere dall’amico di Gabri, ovviamente, e iniziare così a passeggiare insieme, con l’ulteriore scusa del voler praticare l’inglese. Dopo un po’ il clima è disteso, si ride e si scherza insieme a questi cinesi così apparentemente gentili, mi racconta l’amico di Gabri, fin quando, passeggiando per l’antico quartiere della città i tre “indigeni” propongono di entrare nella più antica theroom ancora esistente nella zona, per partecipare al rituale antico del the. Be’, cacchio, sei in Cina, sei in questo contesto a suo dire emozionante…si, va bene e cosi decidono di entrare nella sala da the più antica ( in realtà, a suo dire, un buco puzzolente, per nulla antico). Menù alla mano, ordinano un assaggio di sei tipi differenti di queste foglie tanto diffuse nel mondo, senza però ben leggere quel che c’è scritto su quel confuso pezzo di carta e tale disattenzione peserà molto sulle loro economie. Tipo di the dopo tipo di the, la ragazza fornisce affascinanti spiegazioni sull’origine e sui benefici della bevanda, invitando i poveri ancora inconsapevoli ad annusare, assaporare e lasciarsi prendere da quella artefatta atmosfera. Tutto bello, divertente, scattano i selfie, le foto di gruppo, i regali (il gruppo di truffatori “regala” del the alle prede, con cerimonie di contorno degne del miglior meridionale italiano), fin quando non arriva il conto. Li’ per li’ non ci fanno caso, i truffatori fanno mille conti, il cambio non è chiaro e in più i tre figli di putto…sfoderano le loro carte di credito perchè, visto l’inaspettato prezzo così elevato, dicono di voler pagare per gli italiani questa o quella parte in più, corrispondente ad una cifra assurda per del the, per lo spettacolo e i regali vari (si parla di 200-250 euro, “pagati” dai truffatori), lasciando agli inconsapevoli e ingenui solo le “briciole”, ossia 120 euro. Per del cazzo di the! I ragazzi escono un po’ confusi e non propriamente soddisfatti, ma il trio di farabutti continua a rintontirli con domande, storielle, risate varie, accompagnandoli alla metropolitano, dove, per farsi perdonare per la spese elevata del pomeriggio, si offrono di pagare i biglietti. Saluti, baci, i nostri amici si allontanano, salgono sul treno, fanno una fermata e…tornano indietro. “È una truffa, ci hanno inculato”. Parlando tra loro hanno messo insieme i pezzi del puzzle, hanno ricostruito la situazione senza disturbatori esterni e hanno osservato con lucidità la situazione, i comportamenti dei tre, le loro parole, giungendo ad una sola, comune, conclusione: torniamo alla sala e facciamoci ridare i soldi! Chi incacchiato, chi deluso dalla triste condizione umana che spinge gli uni contro gli altri in nome del guadagno personale, chi quasi divertito dallo scherzo, il gruppo di amici di Gabri fa ritorno al locale, ma come avevano previsto la trovano chiusa. Al piano di sopra però una signora si sporge di nascosto per provare a vedere cosa stanno facendo e i tre la braccano: a gesti, un po’ in inglese, un po’ in italiano, spingono la sciura a scendere e da subito appare chiaro a tutti che sappia tutto ciò che è successo e che sia scesa per mediare, per evitare problemi e calmare il più velocemente possibile le acque. Infatti se in principio si presenta come “la signora del piano di sopra che non sa nulla di ciò che succede sotto” alla richiesta esplicita “i want my money back” magicamente fa’ comparire un telefono con la proprietaria, quella che illustrava il rituale, all’altro capo. Scattano le contrattazioni “mi ridai tutto…no, c’è stato un fraintendimento, siamo amici, vi ridò una parte…ti attacchi, ci ridai tutta, o chiamiamo la polizia…no, vi ridò l’eccedenza, tutto ciò che non avreste dovuto pagare, il resto è tutto scritto sul menù”, insomma, con questa al telefono che parla malissimo l’inglese, l’amico di Gabri dopo un estenuante dialogo ottiene di riavere indietro la metà di quanto pagato, essendo l’altra metà una cifra spropositata, però segnata sul menù, per i the bevuti, ossia 20 euro a testa per sei the diversi. Non male per delle foglie e dell’acqua calda. La signora del piano di sopra, quindi, esce a prelevare i soldi e li rende ai tre italiani, i quali ormai diffidenti per tutto, controllano controluce l’effettiva validità del pezzo di carta (non so che cacchio abbiano guardato, perchè io nemmeno gli euro falsi saprei riconoscere)e firmano una specie di ricevuta all’anziana firmandosi Alvaro, Oronzo e Giovanni (truffatori per truffatori).
Poverini, che polli, come si son fatti fregare. E meno male che sono tornati, perchè così per lo meno son riusciti a riprendersi i soldi estorti con l’inganno, pagando “solo” quanto scritto sul menù, però…però, come immaginarlo, come si fa ad essere sempre diffidenti, a non dar retta a nessuno, a non credere a nessuno, a rifuggire ogni contatto dal prossimo? Che schifosi esseri popolano questo mondo, a tutte le latitudini. e sono quasi sette miliardi…


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