giovedì 10 marzo 2016

NICARAGUA

NICARAGUA
Cazzarola, son qui da tre giorni e ancora non ho trovato modo e tempo per buttar giù due righe e raccontarti, o diario virtuale, ciò che sto vivendo in questo nuovo luogo di pellegrinaggio in neroazzurro. Nuovo per me, per lo meno, essendo questa la mia prima visita in questo paese centroamericano, aperto però già da due anni, ma da quando ormai due stagioni or sono son diventato responsabile tecnico del progetto, mi sono ripromesso di iniziare a girare tutti i progetti del mondo inter campus, per cui poco per volta colmerò tutte le mie lacune, iniziando da qui. E per fortuna queste lacune non son molte: in questo viaggio vedrò Nicaragua, appunto, e Venezuela, per cui per completare l’opera dovrò nel corso del prossimo semestre volare verso Libano, Cina e Cambogia. Ce la si può fare. In questo modo avrò avuto modo di giocare e far giocare bambini su tutti i nostri campi del mondo e potrò così con maggior conoscenze ricoprire il mio incarico. Bel casino però, o meglio, bell’impegno: con questo, considerando i due mesi di stop per la nascita di Anna, sono all’ottavo viaggio dell’anno e nel solo mese di febbraio ne ho fatti tre…povera Silvia, certo, ma povero me, anche: cacchio, non vedo mai la mia super nana! Ma ok, c’è ben di peggio nella vita, per cui…vamos adelante!
Il viaggio che ci ha portato qui non è stato proprio dei più comodi: quella merda di compagnia aerea riconosciuta col nome di American Airlines ci ha portato a Miami con quasi due ore di ritardo, per un totale di poco più di dodici ore di viaggio, facendoci quasi perdere la coincidenza per Managua, grazie anche agli scrupolosi e altrettanto ridicoli controlli a stelle e strisce di bagagli e passaporto. Per fortuna l’aereo ci ha aspettato e così di corsa e sudati, soprattutto ciccio che credo fosse dal 2001 che non correva così tanto e così forte, siamo riusciti ad imbarcarci per i nostri successivi e interminabili 180 minuti di viaggio. Viaggio che però ha avuto i suoi risvolti positivi: il decollo è avvenuto al tramonto e dal finestrino per tutta la prima ora, circa, si vedeva questa palla arancione sempre più scura, tingere di colori caldissimi la terra là sotto, che appariva e scompariva, celata ai nostri occhi di improvvisati uccelli, da tappeti di nuvole bianchissime, a tratti bucati, vuoti, che liberavano la visuale verso il mondo piccolissimo e scuro. Bellissimo. 

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