domenica 13 marzo 2016

In campo

CAMPO-AULA-CAMPO
La sveglia suona presto, perché prima dell’incontro in aula voglio andare a correre e voglio farlo con una temperatura per lo meno accettabile, visto che martedì, appena arrivati, mi sono tuffato in strada con Ste a mezzogiorno e con i suoi 34 gradi! Piuttosto estremo, direi. No,no, ora i gradi saranno 24/25, per cui più che accettabile e vicino all’hotel c’è il campo dove faremo gli allenamenti, con una pista di atletica intorno, quindi le condizioni sono decisamente migliorate. Via allora, si parte con la giornata! Il mio corpo non sembra in accordo con la mia mente e la mia volontà e l’aerobico lungo in programma diventa una sorta di martirio: 9km (non avevo più tempo) con gambe di marmo e un paio di tonnellate di sovrappeso sulle spalle! Erano anni che non mi sentivo così a pezzi! Saranno state le 19 ore di volo, saranno forse le 7 ore di fuso orario, sarà, sarà, sarà…tutte scuse. Non so bene perché, ma sembro un dinosauro, mentre annaspo intorno a questa maledetta pista. Rientro in hotel un po’ deluso, ma ben presto l’entusiasmo per la lezione da tenere ai nostri mister mi fa dimenticare il tutto e soprattutto la partecipazione, l’interesse, la voglia di questi ultimi mi ricarica le batterie. Taccio per ben 39 minuti (mi ero ripromesso di lasciar far tutto a Gabri e di intervenire solo per aiutarlo, per migliorare il suo modo di stare in aula), di più non riesco, non perché Ciccio stesse commettendo errori o altro di negativo, ma semplicemente perché l’aula aveva bisogno di una scossa, di un interruzione di schema, di una sveglia. Decido allora di alternare i miei interventi a quelli di Gabri, di completare e approfondire i suoi contenuti, di stimolare e richiedere la riflessione da parte di tutti i presenti, tirando in mezzo una volta Caesar, una volta Alex e così via con tutti e…be’, sembra che le cose vadano bene. Ora tocca al campo, ma anche li le cose vanno nella direzione giusta. Anzi, più di quanto credessi: i bambini hanno fame, hanno voglia e interesse, nonostante siano piccoli (8/9 anni i miei), per cui la seduta scivola via rapida, senza intoppi e con ottimi livelli di varianti sia cognitive che motorie proposte; inaspettatamente, devo essere sincero. Non pensavo che rispondessero così e non credevo avessero così a cuore il calcio: lo sport nazionale è il baseball, il calcio è uno sport di nicchia, poco praticato, per cui mi aspettavo che quei pochi a mala pena sapessero di dover usare i piedi per giocare, invece…Bella sorpresa. Ecco un’altra analogia con Cuba: l’isola caraibica ritorna con sempre maggior insistenza, la rivedo in tante cose. 

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