sabato 12 marzo 2016

Nicaragua, questo sconosciuto

NICARAGUA, QUESTO SCONOSCIUTO
Non sapevo fosse così grande la città di Managua, ne tanto meno sospettavo potesse avere quasi due milioni di abitanti (è la seconda città più grande del centro america, pensa un po’…), ma, detto tra noi, non sapevo nemmeno un sacco di altre cose di questa nazione, se non quelle poche lette, nemmeno studiate, su libri o sui vari articoli di internazionale nel corso di questi anni (grande fonte di informazione Internazionale. Non smetterò mai di ringraziarti, Silvia, per l’abbonamento che mi hai regalato anni or sono). Per cui oggi, parlando con Arquimedes, uno dei nostri quattro allenatori locali, nelle rare digressioni dall’argomento fondamentale, ossia il calcio e l’allenamento dei bambini, mi sono tuffato volentieri nella travagliata storia di questo Paese, grazie alla grande cultura del mio interlocutore, aiutato nei ricordi da Wilber, altro allenatore inter campus. Travagliata e oltretutto moderna, o relativamente tale, se si considera che la sua indipendenza dal Messico risale solo al 1823 e che per quasi tutto il ‘900 ha subito occupazioni statunitensi (che qui volevano costruire un canale che collegasse i due oceani) e soprusi vari da parte dello zio Sam, con governi sostenuti dagli americani da porre in opposizione al frente sandinista, di chiara ispirazione marxista, sostenuto dai sovietici, ma per lo meno autoctono. Tali opposizioni portarono ad atrocità di ogni genere, finanche alla guerra civile, cui seguirono azioni varie di disturbo da parte della nazione a stelle e strisce, cui si pose fine solo nel 1989, con il cessate il fuoco tra governo e ribelli, che portò all’elezione, guarda caso, di una coalizione di partiti finanziata indovina da chi…Ora al governo, dal 2006, c’è Ortega, ex guerrigliero Sandinista, ma la presenza americana si vede, si tocca con mano ovunque, basti pensare che al supermercato oggi, per pagare le acque, abbiamo usato i dollari! Come se all’esselunga facessimo la spesa e pagassimo con i “verdoni”: assurdo! Sempre oggi abbiamo incontrato il figlio del presidente Ortega, Lauerano mi sembra si chiami, che vuole sostenere il progetto e aiutarci in ogni modo per portare avanti i nostri lavori, e la cosa bella è che…avevamo appena finito allenamento, ci hanno caricato in macchina, siamo arrivati in questo mega hotel e tutti belli sudati, con la maglia inter, calzoncini e calzettoni, ci siamo seduti ad un tavolo con lui e il suo entourage! Un po’ come se andassimo ad un appuntamento con il figlio di Mattarella in pantaloncini e sporchi di terra…solo con Inter Campus si può! L’abito non fa il monaco e il ragazzo si è dimostrato incurante del nostro stato pietoso ed entusiasta e interessato a fornirci tutto il supporto possibile, anche se non ho ben capito in cambio di cosa, perché a questo mondo nessuno fa niente per niente, tanto meno un politico. Si vedrà. Nel mentre godiamoci il supporto incassato per il lavoro che stiamo facendo. Lavoro che oggi ci ha portato prima in aula, mattina, e poi in campo e che mi ha fatto intravedere un buon potenziale, una buon punto di partenza: le motivazioni da parte di tutti sono altissime e il lavoro fin qui svolto da Gabri è stato valido, tanto che gli allenamenti sono già strutturati, coi limiti del caso, seguendo la nostra metodologia, con proposte valide e coinvolgenti, seppur con ritmi sudamericani. Mi ha ricordato un po’ Cuba e non solo il campo. Magari mi sbaglio…

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