lunedì 14 marzo 2016

Affinità

CUBA-NICARAGUA


Sarà l’estrazione marxista del partito al potere, sarà il sostegno dato da Cuba alla guerriglia sandinista negli anni settanta, sarà il clima e la gente che mi circonda, ma girando per Managua, parlando con le persone, giocando con i bambini, sono tante le analogie che ho riscontrato. I manifesti che tappezzano la città con i vari slogan tipici anche dell’isola caraibica (seguimos juntos hasta la victoria…la lucha sigue…el pueblo presidente…eccetera), le foto, i dipinti di Chavez, Bolivar, Jose Marti su case, muri, strade, le piazze enormi che mi hanno ricordato quelle “storiche” de l’Havana (plaza de la revolucion e plaza della fe soprattutto, sembravano prese dalla capitale castrista), poi hanno contribuito ad aumentare le mie sensazioni di deja vu. Parlando poi con le persone mi sono reso conto che anche qui l’istruzione ha un ruolo fondamentale e tutti, chi più chi meno, hanno grandi conoscenze della storia del proprio paese, oltre a nozioni varie assolutamente chimeriche nella nostra povera penisola, dominata da ignoranza e totale non curanza nei confronti della storia e del mondo circostante. Se penso che oggi un ragazzo con cui stavo parlando di 26 anni mi ha detto “non posso pensare al mio futuro, se non conosco la mia storia”, in seguito ad una “charla” che abbiamo avuto sulla rivoluzione sandinista (charla sorta a seguito di una mia osservazione relativa alla presenza di tanti progetti attivi con l’Italia, nati in seguito alla volontà di tanti italiani che negli anni 80 sono venuti a dare il loro contributo alla lotta: lavorando nelle piantagioni di caffè, aiutando i campesinos, sostenendo a loro modo la guerriglia e rimanendo tutt’oggi legati al paese), durante la quale mi ha illustrato attraverso date e nomi di poeti, guerriglieri e personaggi storici vari, alcuni fatti, mi rendo conto che noi, paese sviluppato, viviamo nell’agio e nella ricchezza, ma siamo veramente dei poveretti! Laureati o sedicenti tali che scrivono buttando la punteggiatura a caso, per non parlare di coloro i quali si avvalgono esclusivamente dei puntini di sospensione; ragazzi che parlano senza nemmeno sapere cosa sia il congiuntivo, gettando a caso e a ripetizione l’imperfetto nelle proprie proposizioni; adulti che ignorano chi o cosa sia stato…qualunque cosa, al di fuori di Totti o Del Piero. Non son certo Umberto Eco io che scrivo, ma per lo meno riconosco di non sapere e provo, vanamente e costantemente, a colmare le mie immense lacune e per lo meno non credo che London sia scritto L, apostrofo, ondon…(mi riferisco ad un video che mi ha fatto vedere Andre in Camerun, in cui il prototipo dell’italiano medio viene intervistato e alla richiesta di fare lo spelling della sua città europea preferita, cosi risponde. Povera Italia). 

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