mercoledì 23 marzo 2016

L'angolo dell'allenatore

L’ANGOLO DELL’ALLENATORE NICARAGUENSE


Questa volta gli spazi e il materiale certo non posso dire che mancassero: un campo regolamentare diviso per quattro squadre e quasi un pallone ogni tre bambini a disposizione, pettorine di tre colori, cinesini, coni, addirittura una speed ladder! Insomma, grosse difficoltà sul campo non ne abbiamo incontrate. Il vero problema è stato…l’idioma! Cazzarola, io lo spagnolo lo capisco, ma lo parlo come un immigrato appena sbarcato a Lampedusa parla l’italiano e Gabri…be’, non me ne voglia, ma lui forse in Italia è sbarcato ieri! Quindi? Come facciamo a trasmettere i concetti che vogliamo lasciare rispetto all’allenamento? Il campo e i bambini non sono un problema: con loro basta il nostro itagnolo, l’esempio, il linguaggio del corpo e tutto si risolve sempre al meglio, ma in aula? Spiegare cosa sono gli schemi motori di base, il loro legame con le capacità coordinative e quindi poi con i gesti tecnici, gesticolando con le mani e muovendo il corpo non è facile, ma sopratutto potrebbe non essere efficace. Invece…invece in aula tiriamo fuori un idioma comune a tutti, una sorta di esperanto calcistico, che ci permette di affrontare e approfondire temi difficili da sviluppare anche nella nostra lingua, rendendoli chiari ai nostri mister (ho verificato più volte che le cose fossero realmente capite e non ci dicessero si solo per porre fine a quello stupro della lingua spagnola) e fissandoli nella loro zucca, rendendoli così consci delle loro responsabilità sul campo nei confronti dei bambini e consapevoli della grandezza del calcio quale mezzo di educazione, crescita, miglioramento non solo tecnico. Insomma, come sempre dico, il calcio è un linguaggio universale, fatto di gesti, parole, passione e divertimento, capace di unire tutto e tutti...peccato poi ci si mettano gli adulti a giocare e tutto si trasforma in quel carrozzone stracolmo di persone squallide, dedite solo alla ricerca del soldo, all'accumulo dello stesso, nascondendo, se non cancellando del tutto, la vera essenza di questo magico sport. Son sempre "loro" il problema: gli adulti.

Nessun commento:

Posta un commento