giovedì 23 aprile 2015

Italiani ad Aber

ITALIANI AD ABER

Nella “nostra” casetta, quella dove siamo stati le ultime due volte che siamo venuti a giocare su questi campi del mondo, non c’è posto per noi: è affidata ad un ragazzo italiano, dottore, di Padova, di nome Nicola, qui in missione per conto del CUAMM per i prossimi sei mesi; insieme a lui ci sono anche due infermieri, Mauro e …mi verrà in mente il suo nome (Fabiana, si chiama Fabiana!!! Grazie Max), più altri tre dottori toscani. Insomma, una bella comunità italiana in questo lato di mondo, impegnata ad aiutare gli altri e questa cosa mi ridona un po’ di fiducia nei confronti della mia terra. Ultimamente, visto tutto ciò che stiamo combinando sul nostro bel stivale, visto come ci stiamo riducendo a tutti i livelli, ho iniziato a non tollerare più l’italiano, la sua sciocca ignoranza, la sua stupida superficialità, il suo “grande fratello style”, il suo menefreghismo nei confronti del prossimo e il suo caratteristico e fastidiosissimo nepotismo, la sua vita fissa, basata su conoscenze, amicizie e raccomandazioni. Insomma, ne ho un po’ pieni i maroni di essere associato quando sono in giro per il mondo ad un capo del governo puttaniere, o al politico medio corrotto e ladro, all’evasione fiscale e alla mafia, e soprattutto sono stufo di rivedere tutto questo nei miei compaesani, nella maggior parte delle persone che incrocio in giro: puttanieri di ogni età e fascia sociale, evasori in fuga all’estero, gente in piedi grazie ad affari…particolari, ragazzi privi di qualsiasi scintilla negli occhi, in giro spesati dal papino e incapaci di muoversi, di vivere, di essere. Poi però…ecco che ogni tanto qualche italiano di cui andar fiero, da ascoltare, di cui parlare, da ammirare per quello che riesce e vuole  fare, ancora si riesce a trovare. Chicco, Gabriele Salmi son due esempi (non me ne vogliano gli altri non citati: tanto sapete bene ciò che penso, non serve citarvi) e qui quella fiammella di speranza ormai spenta ha trovato altro ossigeno per essere ravvivata, riportandomi a sperare che forse l’Italia non è ancora del tutto spacciata. Certo, siam messi come l’Inter dopo il fischio finale della partita di andata contro l’Aston Villa in coppa Uefa anni nel '90: quasi spacciati, ma…l’Inter poi passò il turno! E questa gente, più quelli che ho intorno, amici e colleghi (magari non proprio tutti, tutti, va...), possono essere i vari Berti, Klinsmann e Bianchi di quella storica rimonta, che tanto mi fecero godere, rimettendo in piedi una situazione disperata e portandoci agli ottavi. 
Quel che è certo è che mi ha fatto piacere incontrarli e parlar con loro prima di scendere in campo oggi. Ora...andiamo in finale!!! 
Per il resto…vedremo.

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