martedì 21 aprile 2015

African time

ABER

Sveglia ore 7, circuito di forza con il mio bell’elastico, colazione e…via, siamo pronti! Possiamo partire verso il nord, possiamo muoverci con il fidato Hussein, il driver che sostituisce Kaueza in questa missione, verso Aber. Tutto questo, però, non prima di aver lasciato a Willy, il watch-man del Cuamm che da sempre mi chiede maglie, pantaloncini e scarpe per le sue squadre, essendo anche lui allenatore, una muta di maglie completa, dal numero 1 al 18, gentilmente donata dall’ A.c. Carugo. Se avesse degli occhi normali li avrei visti scintillare entrambi di gioia, ma purtroppo solo uno è riuscito a trasmettermi questa sensazione: l’altro ha continuato a vagare per l’orizzonte, fissando contemporaneamente i quattro punti cardinali. Grande Willy, come era contento. Grazie Alfredo.
Ok, ora tocca ad Annette e l’altra house-keeper: ho anche per loro, o meglio per i loro figli piccoli, due robine, provenienza Usmate Calcio, ormai considerate vecchie e inutilizzabili dai figli di Carlo, amico di mio fratello, e invece nuovissimi pezzi da collezione da queste parti. “Grassie”, mi dicono entrambe sorridenti, sfoggiando una delle quattro parole del loro vocabolario italiano. Perfetto, ora si che possiamo partire. E allora via! Kampala è un casino tale da ricordarmi Luanda, oggi: macchine ferme in colonna da tutte le parti, boda-boda che provano a infilarsi in ogni pertugio, matatu stra colmi che si muovono incuranti del traffico e delle norme stradali. L’inferno angolano, riportato un po’ più a oriente. Lentamente riusciamo a districarci da questo soffocante abbraccio di lamiere e iniziamo ad abbandonare la città, per iniziare a colorare i nostri finestrini col rosso vivo della terra e il verde accesso della savana che mano a mano iniziano a riconquistarsi spazio, per occupare il nostro panorama ininterrottamente nelle ore seguenti. E diavolo porco, saranno tantissime le ore seguenti!!! Per quanto bello sia il mondo fuori dalla macchina, così colorato, selvaggio e vivo, 9 ore in macchina sono sempre tantissime, sono sempre una infinità!!! 9 ore, cacchio, a causa di un guasto meccanico, che alle 13 circa ci ha bloccati per fortuna nostra a pochi chilometri da un villaggio, dove, dopo aver rattoppato momentaneamente il problema, abbiamo atteso che arrivasse un meccanico (che ci si è presentato poco dopo, a bordo di un motorino, chiamato da un ragazzo cui abbiamo chiesto assistenza), il quale, dopo aver smontato praticamente il motore (ad un certo punto ha tirato fuori ventola, radiatore e non so cos’altro fosse quel pezzo, dandomi l’impressione non sapesse che farsene di quei pezzi!!! Li guardava e li appoggiava a terra, come se fossero superflui)) nelle tre ore successive ha trovato il modo di aggiustarci il mezzo, permettendoci di ripartire. E in quelle tre ore??? Circondati da bambini, assaliti da “bye mzungo” abbiamo camminato per la strada avanti e indietro, sotto lo splendido 
sole africano, parlando di allenamenti, di bambini, di interventi, ridendo, scherzando, come se nulla fosse accaduto; se una cosa simile mi fosse successa a casa sarei andato in “ansia da orario” stile bianconiglio di Alice nel paese delle meraviglie, incacchiandomi col mondo e inveendo contro la sfortuna, ma qui…it’s african time! Tutto scorre più tranquillo, tutto è più sereno. E allora…aspettiamo che finiscano, senza alcuna ansia. E godiamoci questo sole!!!


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