lunedì 27 aprile 2015

A Nagallama

NAGALLAMA
Dopo altre 7 ore in macchina, eccoci a Kampala, per caricare il materiale da portare a Nagallama e, già che ci siamo, per salutare il mitico Eddy Murphy/Opio (nostro amico dai tempi di Angal, che ride come l’attore doppiato da Tonino Accola!) e lasciargli in consegna 18 maglie del Carugo, gentile dono della società comasca ai bambini Ugandesi. Dopo aver lasciato la muta gialla a Willy, ora tocca a Opio ricevere un po’ di maglie. 
Il tempo a nostra disposizione è giusto quello della consegna: il traffico nella capitale a quest’ora è terribile e noi dobbiamo ancora raggiungere l’Africa Village: meglio muoversi in fretta. Via allora, rituffiamoci sulle sconnesse e polverose strade, accompagnati ora da un tramonto caldissimo e da un cielo infuocato, spento qua e la da nubi bianchissime: sono stanco morto, ma qui, sul sedile posteriore del jeeppone non posso fare a meno di godermi questo spettacolo! Rasserenante! Perdermi con lo sguardo in questo cielo mi regala sempre sensazioni di benessere e pace uniche e, sembra stupida retorica, ma altro non è che semplice osservazione della realtà, il cielo in questo lato del mondo appare sempre diverso. Più...immenso, sconfinato, avvolgente e colorato. Diverso, insomma. 
Con gli occhi fissi fuori dal finestrino mi accorgo ben presto che il nostro driver ne ha piene le balle di guidare e vuole arrivare in fretta alla meta, tant'è che inizia a  muoversi per la città attraverso strade, stradine, stradette che giusto lui e qualche altro collega conosce: ci inerpichiamo su e giù per le sette colline che circondano la città, attraverso terra rossa e polvere, casette abbandonate e baracche di diverse dimensioni. Su, giù, destra, ancora su e poi ancora giù, fin quando...Mokono! Siamo arrivati. Grande Hussein: in poco meno di un'ora eccoci al nostro ormai solito villaggio, dentro i nostri bungalow, pronti a crollare nel letto avvolto dalla zanzariera. Domani la giornata parte presto, con un super allenamento con Juri dentro l'African Village, per poi muoverci verso la "nostra" scuola di Nagallama per cogliere di sorpresa i nostri coaches! Non abbiamo detto a nessuno che saremmo passati: voglio vedere se davvero lavorano come dicono, se davvero rispettano tutta l'organizzazione che abbiamo messo insieme, voglio rendermi conto se davvero, come penso,  su questi campi del mondo si gioca come noi proponiamo dal 2008, anno di inizio del progetto Uganda. Sono curiosissimo.

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