lunedì 6 maggio 2013

Uganda 2013

28 aprile

Dopo la serata danzante insieme ai circa cento bambini dell'orfanotrofio e le solite richieste di palloni e divise neroazzurre (come biasimarli), rieccoci in marcia, direzione Kampala per poi questa sera ripartire verso casa.
E così la savana riprende a scorrere fuori dal finestrino, con qualche babbuino, qualche cercopiteco a riempire il paesaggio, oltre alle sparse capannine di fango e paglia e alle migliaia di persone che continuano a camminare, nessuno sa per dove e perché.
Già, gente che cammina a bordo strada in mezzo al nulla e naturali domande che sorgono nella mia mente, relative alla vita possibile per un bambino nato da queste parti, che crescerà circondato da natura selvaggia, senza o con scarsa istruzione scolastica, con la città più vicina posta a circa cento km (città...villaggio com energia elettrica e l'ospedale) e un futuro più o meno scritto nei campi coltivabili intorno alla sua capannina, con qualche sporadico contatto con un mzungo di passaggio e con un mondo la fuori, assolutamente lontano, distante da quello in cui vivrà lui. Quale quello reale? Quale quello realmente a misura d'uomo? Li guardo, a volte gioco anche con questi bimbi che si avvicinano ai nostri centri, e osservando, constatando le nostre vite così distanti, non riesco ancora a capire dove sta il giusto, dove sta la vera realtà.
Telefonino, internet, tv satellitare, macchina, moto, bicicletta, vestiti estivi e invernali, scarpe eleganti, sportive, casual, da calcio e da corsa...oppure...un paio di calzoni e una camicia, una capanna di fango, niente luce, un fuoco, cibo coltivato o cacciato, pescato, lotta strenua e quotidiana con malattie e animali di vario genere, rapporti di profonda collaborazione con "i simili" e una mente incentrata sull'ora, sull'adesso, senza pensieri su quel che sarà. La via di mezzo, il compromesso, sarebbe l'obiettivo da raggiungere, a mio modo di vedere, ma una volta che ottieni una delle comodità mzunghe diventa difficile fermarsi, rinunciare a qualcosa in più che mi possa rendere più comoda l'esistenza, quindi tutto si complica e si rischia, da queste parti, di osservare uomini che scimmiottano altri uomini, cercando cose che non gli appartengono, perseguendo la costruzione di una realtà che non è, non può, non deve essere la propria.
Rimango così sopraffatto da dubbi, domande e pensieri, godendomi viaggio dopo viaggio questo splendido contrasto, invidiando un po' questa realtà e, chissà, preparando la testa per un futuro diverso...Silvia acconsentendo!!!

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