mercoledì 1 maggio 2013

Uganda 2013


27 aprile

Meno peggio di quanto pensassi ieri; alla fine, infatti, son riusciti a organizzarsi quasi come gli avevamo chiesto, pur raddoppiando il numero dei bambini previsti per la mattina, per cui siam riusciti a lavorare abbastanza bene per tre ore filate, con tutti i bambini presenti coinvolti nelle varie esercitazioni proposte. E proprio durante una di queste mi son fermato a riflettere: cazzarola, questi bambini non sono abituati a pensare, ma proprio per nulla; agiscono, fanno quello che gli si dice, eseguono, ma se si tratta di ragionare un attimo, se solo si esce un secondo dallo schema mentale assimilato, vanno in crisi. Una semplice esercitazione coi colori, oggi, li ha mandati in tilt: dovevano partire al richiamo,  ogni fila legata a un colore,  e inizialmente mi son limitato a chiamarli in ordine, da destra verso sinistra, e fin li tutto bene...be', oddio, bene: sono un po' scarsotti, ma diciamo che almeno abbiamo da lavorare ed è per questo che siamo qui. Il problema è sorto quando ho iniziato a chiamare i colori, quindi non partivano più secondo l'ordine di prima, ma a caso, secondo la mia volontà, magari anche due volte di fila lo stesso gruppo: panico!!! Bloccati, non partivano mai, aspettavano che qualche illuminato capisse e suggerisse, prima di azzardarsi a fare una mossa, abbassando così drasticamente l'intensità dell'esercitazione, limitando un po' il divertimento a essa legato e...cazzo, dandomi da pensare. Immediato, quindi, il mio volo a quel che mi diceva Marco ieri sull'asilo dove vanno i suoi due bimbi (Francesco e Samuel, adottato qui quest'ultimo: uno, anzi due, spettacoli): lezioni frontali, io parlo, tu ascolti, poco spazio al gioco, al divertimento, grande autorità, non autorevolezza, ricercata dai maestri; quando poi arrivano alla primary i bimbi si ritrovano in classi da 100, si cazzo 100 alunni, per cui la lezione non può che essere frontale e di scarsissima qualità, quindi il risultato non può che essere questo. Tu dici, io eseguo, ma se devo pensare cosa e come fare, vado in crisi. Nessuna colpa loro, quindi, ma un'occasione in più per far qualcosa: l'allenamento può diventare momento utile per allenare anche la mente, la riflessione, il pensiero, oltre che il corpo, quindi...sotto ad allenare questi ragazzi. Armandoci di pazienza, tanta, tanta pazienza. 

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