lunedì 29 aprile 2013

Uganda 2013

26 aprile


Iniziare la giornata con un bell'allenamento insieme al mio prof preferito dona a tutte le 24 ore un sapore diverso...sarà l'acido lattico che trasudo da tutti i pori??? Sarà quel che sarà, in ogni caso la giornata è iniziata alla grandissima e si è sviluppata in meglio, pur solamente in macchina, visto il lungo viaggio che abbiam dovuto affrontare, da Kampala ad Aber, nel nord est, a circa 400 km di distanza. 400 km che dalle nostre parti non son nulla, ma quaggiù sfiorano l'impresa di Ulisse!Strade affollate di matatu, camion strapieni di ogni qualsivoglia merce, boda-boda, gente che cammina: tutti questi sulla piccolissima lingua di asfalto che taglia in due il paesaggio, che man mano che ci si allontana dalla capitale diviene sempre più savana, sempre più selvaggio e...africano!!! Cresce in me un sentimento da Indiana Jones e un grande entusiasmo, che va oltre la fatica del viaggio e così eccoci dopo poco più di cinque ore ad Aber, villaggio sperduto nel nulla africano, popolato da migliaia di persone che ruotano tutte  intorno all'ospedale del Cuamm, nostro partner da queste parti, e che da domani inizieranno a colorare coi nostri colori gli immensi spazi dove si gioca, e da domani giocheremo, a calcio. Giunti al villaggio e riabbracciato Marco, siamo subito invitati alla scuola, dove centinaia di bambini ci accolgono con canti e danze, precisamente scandite dal "mastro cerimoniere" Jacob ( la formalità ugandese mi fa impazzire tutte le volte! ), cui partecipa anche Silvio, lanciato in balli tipici con bambini e bambine. Grande prof, solo che decide di imitare i passi di danza delle donne, quando si unisce ai gruppi,  scatenando l'irrefrenabile ilarità della gente intorno, in osservazione del mzungo che balla come una donna!!! E come ridevano tutti. Contagiosi, cacchio. Chiusa l'esperienza ballerina, il prof lascia spazio ai soli bambini, che si scatenano al suono dell'inno dell'Inter (maledette le questioni di copyright che ci hanno privato di "pazza inter" in Italia!!! è troppo bello), accennando anche qualche parola in italiano, prima di unirsi a me per un sopralluogo sul campo che dovremo usare domani...campo...disastro! Sconnesso, con crateri sparsi, buche giganti e soprattutto popolato, cazzo, si, popolato! Perché proprio mentre camminavamo per il campo, un bel serpentello ci ha attraversato la strada, spaventando, per fortuna del mio orgoglio, non solo i visi pallidi, ma tutti i tanti presenti. Questo incontro, cacchio, mi ha fatto pensare una volta di più al fatto che qui siam veramente "ospiti" indesiderati della natura, che con ogni fastidioso, per noi, mezzo cerca di farci capire che non ci vuole in mezzo ai piedi: serpenti, scarafaggi, formiche volanti e migliaia di altri animali a quattro, a due zampe, striscianti o insetti antipatici che possano venire in mente a una persona, fino ad arrivare alle maledette zanzare, compresa, anzi in dominanza, quella che trasmette la malaria; tutti ostacoli messi in campo da madre natura per tenerci lontani da certe zone, certi posti, dove solo lei dovrebbe presenziare, senza l'invadente, indesiderata e sempre deleteria presenza umana. Anche qui nel letto da dove scrivo, il Suo intento è chiaro: è un continuo grattarmi, il mio, scacciare piedini che mi camminano sulla pancia, vicino allo schermo luminoso, soffiare per far volar via insetti strani che mi girano intorno...Aaaargh!!! Spengo!


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