lunedì 29 aprile 2013

Uganda 2013:25 aprile



Dai che forse qualcosa gli è rimasto in testa: dopo gli amletici dubbi di ieri, infatti, in accordo col prof ho deciso di iniziare l'incontro in aula con una sorta di ripasso, attraverso domande rivolte direttamente ai venti allenatori per aprire un dibattito e devo dire che effettivamente le cose sembrano entrate nelle loro zucche. Certo, sempre nelle solite, conosciute, illuminate zucche, con qualche new entry a fare compagnia, ma comunque qualcosa stiamo lasciando. La cosa certa è che tutti, e qui ne son quasi certo, sono ad ogni incontro più consci, più consapevoli del fatto che allenare i bambini non è solo passione e impegno, ma è una grande, grandissima responsabilità presa nei confronti degli stessi bambini, che attraverso il nostro allenamento non crescono solo come calciatori, ma anche e soprattutto come uomini. Lo vedo da come è cambiato il loro approccio, la loro relazione coi bambini, lo vedo da come correggono l'errore, intervengono nel corso della seduta, lo vedo da come, chi con più fantasia e abilità, chi meno, propongono esercitazioni adatte e specifiche per la squadra in quel momento nelle loro mani; insomma, l'Uganda è un gioiellino, è un progetto proprio bello, che cresce, si sviluppa anno dopo anno e che veramente ha portato e sta portando benefici all'intera comunità della zona, Nagallama e villaggi d'intorno. In più qui, anno dopo anno, sto coltivando e crescendo vere e proprie amicizie, costruite intorno alla palla e sviluppatesi negli anni grazie a essa, e rimane per me impossibile pensare di staccarmi da questo mondo. Poi, cacchio, le partite con gli allenatori come quella di oggi valgono la pena di essere vissute , e vinte, tutti gli anni!!! Che spettacolo Mike in affanno nell'ultima partita (ultima di una lunga serie, perché io e Silvio dopo l'incontro in aula della mattina conclusosi a mezzogiorno e mezza e il veloce pranzo, alle due siamo scesi in campo e fino alle 17 non ne siamo usciti, allenamento dopo allenamento, per poi immediatamente rifarne ingresso per altre due ore di calcio, questa volta giocato: torneo a tre squadre, 7<7) che faticava a staccarsi dalla propria area di rigore! Grandissimi. Tutti quanti. E domani Aber! Posto nuovo, da scoprire, dove vive Marco, incontrato lo scorso anno a Nagallama, che potrebbe farci da referente nella regione del West Nile per continuare la nostra evangelizzazione neroazzurra.

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