martedì 6 novembre 2012

Tunisi, 4 Novembre

Mi sveglio al suono della sveglia e il prof e' già con l'elastico in mano, impegnato nel suo solito circuito di forza mattutino, ma ben presto entrambi ci ritroviamo in auto, direzione Hergla, dove ci attende l'altra meta' del progetto. Se infatti cento bambini son stati coinvolti qui a Tunisi, in quel quartiere "particolare", altri cento son vestiti coi nostri colori in questo piccolo villaggio a circa 100 Km a sud est della capitale, sul mare, nella brulla, secca campagna che tanto mi  ha ricordato quella di Settat, in Marocco. Villaggio questo molto caratteristico,  piccolo, ma anche affascinante, dove noi lavoriamo per tener lontani i bambini dalle moschee...calma, calma, fammi spiegare bene. Non e' che stiamo combattendo una jihad cristiana, che osteggia musulmani e moschee, semplicemente, ma neanche tanto, da dopo la rivoluzione nel paese si e' insinuato un sempre più forte ed estremo radicalismo religioso, che promuove intolleranza nei confronti delle donne e nei confronti degli europei cristiani e la moschea sta diventando il fulcro per questo tipo di propaganda; offrire quindi ai bambini un'alternativa, invitandoli a giocare con noi, magari insieme alle 27 bambine finora coinvolte, potrebbe essere un valido strumento per impedire che questo seme a mio vedere marcio di intolleranza ed estremismo, trovi terreno fertile. Ben venga la differenza religiosa, ma credo io sempre nel rispetto e nella tolleranza. 
Eccoci quindi ad Hergla, con 27 bambine alla mattina e altri 60 circa al pomeriggio, anche se noi ci siamo dedicati solo a venti di loro per ragioni logistiche, coinvolti in un allenamento dimostrativo con nastri per introdurre lavori coordinativi, vasi di fiori come cinesini e sei palloni...viva lo spirito di adattamento di Inter Campus!!! L'allenamento scorre via liscio, anche se le bimbe sono in evidente difficoltà nel movimento, rendendo palese la loro scarsissima abitudine al gioco e a qualsiasi tipo di attività motoria, ma il massimo arriva al momento della partitella: faccio le due squadre, le metto in campo, pallone al centro e...ale', jouet! Tutte ferme...immobili, si guardano con fare interrogativo. "Ale, ale, jouet!", insisto. Niente da fare. Muovo allora il pallone verso una squadra e queste iniziano ad inseguirlo, calciandolo senza senso, correndogli dietro anche al di fuori del campo di sabbia segnato con l'acqua (già, perché mancando i cinesini, il campo in sabbione e' stato segnato con un secchio pieno d'acqua che lasciava la linea più scura, lungo gli spazi prescelti), insomma...un rebelot! Fermo tutto e con l'aiuto del mitico Slim spiego le regole del gioco...cazzarola, non mi era mai capitato di dover spiegare le regole del calcio! Regole basilari, non il fuorigioco, le palle inattive, o il golden gol! No, no, proprio il fuori, la porta dove segnare, il campo. Che roba. Strano ma bellissimo: qui si parte proprio da zero, da zerissimo, quindi ne abbiamo di lavoro, ne abbiamo di divertimento davanti!
Le bimbe alla fine sembrano divertite e soprattutto contente di aver provato qualcosa di nuovo e noi con loro contenti e divertiti possiamo prepararci all'altro allenamento, questa volta con diciotto bambini. Prima però pranzo fronte mare con mega discussione su salafiti, integralismo, islam e Tunisia, con Slim e Michela nelle vesti di moderatori e io e Silvio orecchie tese ad ascoltare per cercare di capire qualcosa in più di questa terra. Bello, come sempre, bellissimo: entrare in contatto con queste persone che vivono, che "sono" il paese dove sto giocando, mi aiuta a conoscere, magari non sempre a capire, la realtà con la quale entro in contatto, le genti, la mentalità...il Paese! Questa cosa e' per me fonte di crescita esagerata, perché in questo modo metto la mia testolina fuori dai miei campi verdi italiani, per incontrare qualcosa di diverso, di opposto, di inimmaginabile e...mi piace, mi piace un sacco questo confronto!
Purtroppo la discussione va fermata: ci aspettano in campo e io e Silvio dobbiamo correre, quindi in fretta e furia ci cambiamo e scendiamo in campo, per una seduta divertente, utile per noi e per i bambini, ma...slegata, un po' buttata li, senza un vero scopo, se non quello ludico-dimostrativo. Ecco, questo e' stato l'aspetto negativo e me ne assumo parte della responsabilità: ho sbagliato e quello che ho messo in pratica e' stato esattamente ciò che odio e che ho cercato di cancellare da inter campus, cioè l'intervento spot, senza obiettivo a lungo termine, senza legame con le esigenze, buttato li, ma direi quasi inutile. Peccato. Ne ho subito parlato col prof, durante il nostro mega allenamento per le strade del villaggio (e che allenamento! spettacolo viaggiare col mio prof!) e anche lui concordava con me: abbiamo sbagliato e la prossima volta dobbiamo lasciare il segno! 
Be' che dire: si impara dagli errori; mi spiace per gli allenatori di Hergla, ma prometto che mi rifarò.
Ora pero' si dorme: domani sveglia prestissimo!
Grazie Inter Campus, anche per gli errori.

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