lunedì 13 febbraio 2017

Les liones indomptables!!!

YAOUNDE 2017
Il Camerun è campione d’Africa!!! Dopo 15 anni (2002 l’ultima vittoria) i Leoni sono tornati a casa dal Gambia con il trofeo continentale e al nostro atterraggio i segni del loro passaggio sono ancora evidenti: poco prima di noi, infatti, una folla di più di cinquemila persone ha invaso l’aeroporto per portare in trionfo i giocatori e ora sta paralizzando la città con caroselli, balli e canti per tutta la capitale e…Francis ne sa qualcosa! Il nostro fedele compagno camerunese è bloccato da più di un’ora nella strada che da casa sua porta qui, una strada che normalmente si percorre in meno di mezz’ora, ma che oggi risulta essere non percorribile per via dei suoi concittadini festanti e che quindi lo intrappola, fermo nello stesso punto, senza possibilità di avanzamento. Prima o poi si libererà della folla e arriverà, quindi mettiamoci comodi e aspettiamo. C’est l’afrique, inutile arrabbiarsi e perdere energie: quando arriva, arriva. Decidiamo così di uscire dalla sala di attesa e sederci su di una della panchine poste nel parcheggio dell’aeroporto per aspettarlo. Deja vu: un paio di anni fa, all’arrivo sempre qui, al Nsilimanen aeroport, col Pihardi come compagno di viaggio, oltre al classico Max, Francis ebbe un problema con la macchina che ci accompagnò poi durante tutto il viaggio, e rimanemmo, esattamente come ora, un’ora buona, seduti (loro, io in piedi: dopo 7 ore di viaggio i miei flessori hanno bisogno di essere allungati!!!) proprio su questa panchina, in attesa di iniziare l’avventura. Come dice spesso Silvia “che razza di abitudinario, che sei!”. Anche la stessa panchina, vado a cercare…
Quando dopo poco più di un’ora arriva Francis può finalmente e veramente prendere il via la nostra nuova avventura, destinazione Akono, ma non prima di aver fatto sosta alla “maison Italia”, casa di Francis, per il tradizionale poule d.g. con plantain e ananas finale, oltre all’immancabile bottiglia di arachidi per il sottoscritto! A stomaco pieno si vive molto meglio, tanto che nonostante siamo in piedi dalle 6 (qui sono ormai le 23), il viaggio di un’ora verso la nostra destinazione scivola via facile, nel buio unico africano, lungo la strada deserta, che taglia in due la foresta. All’arrivo all’hotel, però, ci attende una sorpresa: tutta la città è senza corrente, per cui a tastoni, illuminati dagli schermi dei telefonini, o dalle torce in essi contenute, riusciamo a muoverci con qualche difficoltà per entrare in camera e, nel caldo afoso delle stanze, dopo una veloce doccia fredda, senza possibilità di asciugarmi per via della mancanza di asciugamani, crollare esausti tra le braccia di Morfeo. Domani si comincia.

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