giovedì 24 novembre 2016

Secondo giorno nella Capital

Secundo dia 


Questa notte ho fatto ancora meglio: erano da poco passate le 22 quando ho preso in mano internazionale e, convinto, mi sono messo a leggere l’articolo interessante riguardante il Rwanda che avevo iniziato in aereo, ma dopo poco più di tre righe le palpebre hanno iniziato a sbattere più velocemente, lo sbadiglio ha iniziato a ripetersi con insistenza e la testa è diventata più pesante, fin quando, non dopo la sesta riga…puff. Secco, con il settimanale sul volto. Trovo le forze giusto per togliermi gli occhiali e da li, fino alle 7 di questa mattina, nemmeno un sussulto, solo una grande, profonda, dormita. Cazzarola, Anna mi segna le notti brianzole, ma in giro, certo, non mi faccio mancare la compagnia di Morfeo. Il prossimo viaggio mando Silvia! Tocca anche a lei recuperare!
Le 9 ore di sonno (confesso, sottovoce, che se avessi potuto, sarei andato ancora avanti) mi riconsegnano alla città in perfetta forma, sveglio e pronto per un bell’allenamento lungo il Malecon. Dopo tanti lunghi per preparare la mezza di Monza, torno ai miei vecchi allenamenti super intensi insieme al prof: 1000-tabata-1000-tabata-1000, scendendo e risalendo il famoso lungomare della capitale, con onde che si infrangono sugli scogli, scaricando i carichi di acqua sul marciapiede dove stiamo correndo e un vento forte che spira dall’oceano a rendere ancora più difficile la corsa. Sono tanti gli “atleti” che incontriamo lungo il percorso, più del solito, e verso la fine dell’allenamento scopriamo il perché: domenica ci sarà la “maravana”, ossia la maratona de L’Havana, per cui un sacco di runner da tutto il mondo stanno arrivando per partecipare e stanno rifinendo la loro preparazione qui, insieme a noi. Domenica sarò ancora qui, avendo l’aereo alla sera. Quasi, quasi…



Nessun commento:

Posta un commento