mercoledì 23 novembre 2016

Nell'isola "socialista"

Nell’ ex repubblica socialista


Nemmeno sono riuscito a concludere il racconto della missione in Israele-Palestina, che mi ritrovo di nuovo catapultato dall’altra parte del mondo: partenza da Linate alle ore 12, arrivo alle ore 21, in realtà le 3 del mattino in Italia, e via, pronto per un’altra avventura. Pronto…mas o meno; un po’ rincoglionito, ma via, si riparte, ancora una volta a Cuba, l’Havana per l’esattezza, ancora una volta provando a raddrizzare al meglio le cose in questo progetto che tanti problemi ci sta regalando negli ultimi anni.
Atterrati all’aeroporto Jose Martì, in breve, miracolo, siamo già fuori. In breve…rispetto al solito. Normalmente infatti per controllo passaporti, recupero bagagli e cambio soldi, abbiamo sempre impiegato non meno di un’ora e mezza, quindi quando questa volta ci troviamo seduti nel taxi dopo cinquanta minuti, possiamo certo dire “in breve, siamo già fuori”. Già fuori e già diretti verso la nostra solita casa, dal nostro solito, mitico Gustavo, dove oramai siamo ospiti fissi, abituali e dove ci sentiamo veramente come a casa e dove spero di arrivare in brevissimo tempo, perché questo viaggio mi ha distrutto come mai nessun altro prima. Sono a pezzi! Ho un sonno incredibile e mentre fuori dal finestrino, dal buio delle strada, scorgo i volti del Che e di Fidel di piazza della Revolution, quello di Camilo Cienfuegos su di un cartellone che ne commemora la morte e quello di altri eroi della rivoluzione che “urlano” dai loro manifesti che “revolution o muerte”, che “venceremos” e che “la revolution sigue”, i miei occhi faticano a stare aperti e non vedo l’ora di tuffarmi nel letto. Letto che puntualmente mi accoglie di li a poco e che velocemente conquisto, dopo aver salutato il padrone di casa e aver conversato un po’ con lui sulla situazione dell’isola, su Trump e su vari argomenti in generale. Quando sono circa le 23 io sono già partito e fino alle 7:30 del mattino non ho un sussulto! Solo i rumori della strada e la luce del sole mi strappano dalle braccia di morfeo e mi rimettono in piedi, pronto per la corsa del risveglio. Una corsetta, un tour per la città, è ciò che abbiamo deciso di fare: partenza dal campitolio, risalita attraverso avenida salvador allende fino a plaça de la revolution, discesa attraverso l’avenida de los presidentes verso il mare e rientro a l’havana vieja correndo sul malecon. 11 km in tranquillità, parlando e guardandoci intorno, in questa città unica, che però sembra aver preso la strada della conformità dopo tante battaglie portate avanti e tanti sogni rivoluzionari cullati. Cacchio, quella bandiera a stelle e strisce sul lungomare è proprio esplicativa…

Nessun commento:

Posta un commento