venerdì 13 marzo 2015

JEM 2015

JEM 2015


Quante emozioni in questa infinita giornata!!! Difficile riportare tutto su “carta”, ora: tutto si sovrappone, si accavalla nella mia mente e non riesce a trovare il pertugio per confluire verso la mia mano e scivolare attraverso essa su questa tastiera, per fissarsi su questo schermo. Ma ci proverò…Tutto inizia alle 5:45, ora fissata per la sveglia: alle 6:45 si parte per la mezza maratona di Gerusalemme e, pur non facendo colazione e quindi guadagnando del tempo, dobbiamo raggiungere il punto di partenza, vicino al museo della shoà, a circa tre km da noi; in taxi non è possibile perché dalle 5:30 tutte le strade verranno bloccate, in vista appunto della gara, quindi…faremo riscaldamento! Nonostante le poche ore di sonno, l’emozione per la corsa che ci aspetta, attraverso questa magica città, fa si che in meno di un quarto d’ora siamo pronti, svegli e carichi, diretti alla nostra meta, dove ci attende una folla verde, blu e nera (i colori delle maglie dei partecipanti, per le diverse categorie): chi fa stretching, chi fa allunghi, chi corre avanti e indietro sulla strada della partenza. Siamo tutti sulla stessa barca: 20000 persone da tutto il mondo, riunite oggi nella città santa per eccellenza, con lo stesso fine, ossia correre. E godersi una visione diversa di questo posto mistico. O almeno questo è il nostro scopo: siamo entrambi venuti più volte a Gerusalemme ed entrambi, lui di più, la conosciamo abbastanza bene e riusciamo a muoverci tra le sue vie, soprattutto nella parte vecchia, ma il punto di vista che ti da la corsa nessuno di noi l’ha ancora sperimentato. E soprattutto nessuno dei due si era mai accorto così “violentemente” delle salite spezza gambe che caratterizzano questo posto!!! A piedi, camminando, non mi sono mai apparse in tutta la loro “cattiveria” come oggi, durante la gara. Subito, dopo un km capiamo che i 21 km di oggi non saranno di facile percorrenza e passando fuori dalle mura della città antica, dentro queste pietre centenarie bianchissime, allontanandoci a tal punto pur tenendola ben sotto controllo, grazie a quella cupola d’oro che tutti riconoscerebbero e che scorgiamo sempre, quell’intuizione diventa dura realtà! È tutto un continuo sali-scendi, sull’asfalto, sui sassi della città antica, lungo le antiche rotaie della vecchia ferrovia, fino alla sadica scoperta finale: al 19 esimo chilometro inizia una salita che parte dalla casa del presidente e…non finisce mai, ripida e durissima da percorrere! Che fatica!!! Nonostante le gambe di cemento e i polpacci di Passarella, devo però ammettere che oggi mi sentivo bene, le gambe andavano abbastanza e grazie sicuramente al contesto, all’emozione di correre in questo lato del mondo, i chilometri sono passati sotto i miei piedi piuttosto velocemente e l’ora, i trentotto minuti e i cinquantadue secondi sono trascorsi velocemente e con mia grande gioia. Tutti col prof al mio fianco, con dei tratti con me a fare da lepre e altri con lui davanti, ma sempre insieme, fino alla fine, all’arrivo, anch’esso in salita, ma…che goduria!!!

E poi? Arrivati alla fine? Be’, c’è da lavorare: siamo qui per questo! Via allora in hotel, doccia, recuperiamo gli altri e alle 14 siamo in campo, per aprire la nuova cellula a Gerusalemme est. Ma questa è un’altra emozione: la riporto più tardi!

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