mercoledì 11 marzo 2015

Finalmente Israele

ISRAELE 2015

Alle ore 5 (compleanno dell’Inter, 107 anni), ritorno finalmente a viaggiare, dopo un mese di stop forzato: bello stare a casa, passare del gran tempo con Si, organizzare in modo un po’ diverso le settimane, senza pensare allo zaino da fare o all’aereo da prendere, però…però mi mancava il viaggio! Uscire dall’Italia, non permettere alla routine di prender forma, trovarmi in campi assurdi con bambini sempre nuovi e allenatori improvvisati, eppure nonostante questo riuscire a dar forma ad allenamenti di qualità, con un senso, inseriti in un programma; tutto questo è ciò che mi piace di più fare e quando per un motivo o per l’altro rimango senza questi ingredienti per un periodo, per quanto sia felice e contento comunque dei sostitutivi, la ricetta non è mai uguale, non è mai completamente gustosa e soddisfacente. Quindi riparto, quindi rieccomi in volo, direzione Tel Aviv, direzione i casini legati al progetto in Terra Santa, dove proviamo dal 2001 con diversi partner e con diverse modalità a unire sullo stesso campo, sotto la stessa bandiera, la nostra neroazzurra, arabi e israeliani. Casini che, come voi ben sapete o assidui 15 lettori, vanno ben oltre la nostra magica sfera e che ogni tot tornano a montare, rendendo quasi titanica la nostra impresa, quasi chimera il nostro obiettivo, però…si va avanti! Centro Peres prima, municipalità di Jeriko poi, quindi azienda a Nazareth con dipendenti di entrambi i fronti in conflitto e oggi Ghetton, con cellule attive al di qua e al di la del muro che riusciamo con una certa costanza a unire una volta al mese per un torneo dell’integrazione. Eccoci allora qui, appena atterrati, pronti per la seduta nel quartiere a sud della capitale, con bambini profughi del Sudan, immigrati Filippini, Cileni e bambini ebrei, tutti insieme per…un gran casino!!! Madonnina che indisciplina! E che casino che fanno, senza alcun rispetto delle regole e dell’adulto. Vero che abbiamo iniziato il tutto solo a ottobre e che i nostri allenatori qui sono dei grandi, super ammirevoli per impegno e volontà, ma poco abituati a stare sul campo, però questi esagerano. Conflitti continui che sfociano in botte da orbi, soglia dell’attenzione bassissima, voglia di apprendere rasente lo zero…insomma, un bel rebelot. Facciamo comunque il nostro intervento, con fermezze e grande intensità, bloccando i più indisciplinati con richiami decisi e mettendoli a sedere, ottenendo poi risposte positive alla punizione (una volta rientrati sono stati molto più attenti e rispettosi), andando però un po’ in difficoltà nella seconda parte con i più piccoli, vere e proprie bestie allo stato brado, del tutto non abituate a regole, tempi di gioco e…educazione. Poco male: si alza l’attenzione, non si perde mai di vista nessuno, si richiamano al minimo sgarro, li si ferma e alla fine, seppur con enorme dispendio di energie, si porta a casa il risultato. Certo che però così non va bene: briefing con Yasha e stabiliamo un incontro per fissare dei punti cardine al fine di andare avanti, o meglio di iniziare, le cose al meglio. Si spera...

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