giovedì 12 marzo 2015

Jaljulia

GIORNO II: Jaljulia

Allenarsi con il sole caldo delle 8, il venticello fresco del mare e la pedonale che corre sotto i nostri piedi lungo il mar mediterraneo è un vero spettacolo!!! Tutte le volte mi riinnamoro di questa città e tutte le volte mi accorgo che correre con queste condizioni favorevoli è uno stimolo unico che mi permette di trovare energie nascoste da impiegare nella corsa per migliorarmi ogni volta. Be’, certo, il prof è un super stimolo allenante, quindi alla fine di ogni allenamento svolto a Tel Aviv, il risultato è sempre più che soddisfacente. Oggi un bel 4km di riscaldamento, più altri 12 km correndo a ritmo alternato per iniziare alla grande la nostra giornata, prima cioè di trasferirci a Jaljulia, cittadina arabo-israeliana, per incontrare l’amico Ehab, amico e sostenitore di Inter Campus, e dar vita poi all’allenamento sul campo della città con i “nostri” bambini, che da queste parti sono 40. Oggi però ci dedichiamo solo ai più piccoli, 6/8 anni, 16 in tutto, che dopo un inizio tentennante entrano presto in sintonia con noi e arrivano a svolgere esercitazioni molto complicate, con altissimo carico cognitivo, fornendoci grandi risposte e svolgendo il tutto con buone intensità. Ma la cosa più incredibile è che tutto si è svolto senza che avessimo in comune una sola parola del nostro vocabolario: loro che si esprimevano in arabo, noi in italiano con qualche parola araba e molte in dialetto, eppure…we all speak the same language! Come dice il motto di Ghetton, il nostro partner locale di cui noi siamo i fieri testimonial. Il linguaggio universale della palla, che ogni volta mi stupisce. Quando poi esco dal campo e sento i bambini che parlano usando un po’ delle mie parole, l’emozione è ancora più grande. Ci muoviamo quindi dalla cittadina al calar del sole, dopo aver salutato tutti gli amici del posto e non prima di aver loro ricordato l’appuntamento per giovedì, giorno del torneo che riunirà tutte le cellule inter campus israele/palestina, per poter arrivare in tempo per un bel lavoro di forza in camera con l’elastico e soprattutto per prepararci in vista della serata, in vista della cena con Noa. Voi direte, e chi cacchio è Noa??? Già, fino a un anno fa me lo chiedevo anch’io, visto e considerato che le mie orecchie sono avvezze a ben altre sonorità, ma poi ho conosciuto questa cantante israeliana e lentamente ho imparato ad apprezzare anche questo tipo di musica (http://www.noasmusic.com)
, ma soprattutto questo tipo di persone. Lei infatti prova a fare ciò che facciamo noi con il calcio utilizzando la musica, unendo sotto un unico spartito bambini dell’una e dell’altra parte e diffondendo parole di tolleranza e integrazione attraverso la sua arte con alterni successi, però…ci prova. E la cena con lei, suo marito e il suo chitarrista è stata una bella occasione per capire e conoscere quest’altro strumento dalle enormi potenzialità, ma soprattutto per parlare, per confrontarmi con gente con alle spalle grandi esperienze e con sul collo belle teste da cui sgorgano belle idee. Gran bella serata. Ma ora si dorme: domani sarà un’ altra lunga e intensa giornata su questi campi del mondo!

Nessun commento:

Posta un commento