lunedì 22 settembre 2014

Il sabato al carcere

IL SABATO NEL CARCERE

La giornata inizia presto quest’oggi: c’è da andare in carcere a prendere i bambini con i quali da due anni giochiamo, grazie all’opera di Massimo Casari e al suo progetto. Bambini-carcere? Strano connubio, vero, ma fatemi spiegare. Da queste parti c’è “l’usanza” di costringere in carcere anche i figli dei detenuti, mamma o papà che siano se non entrambi, chiudendoli in queste strutture sovraffollate di delinquenti di ogni genere, per tutto il giorno, tutti i giorni, togliendoli così il diritto al gioco e la possibilità…di essere bambini. Sovraffollate perché nella struttura dove siamo andati, San Sebastiano, così come nelle altre dove però io non sono stato, le persone “ospitate” sono 700, laddove sarebbe possibile contenerne 150!!! Che folla quando siamo entrati: nel piazzale di ingresso sembrava di essere nella piazza del paese, con gente ovunque; chi camminava, chi mangiava seduto ai tavoli messi per le visite, chi in piedi, appoggiato alle colonne a perder tempo. E intorno a loro, sopra di loro, nei piani superiori, fuori dalle celle, altre centinaia di persone a guardare, a parlare, a ciondolare, a…perder tempo! Caspita, si respirava proprio la noia, l’apatia, la lentezza dello scorrere delle ore in quel posto e il pensiero immediato camminando tra quelle persone sia mio che di Gabri è volato proprio ai bambini, che li dentro devono passare le loro giornate. Che palle!!! Nulla da fare e troppo poco spazio per inventarsi qualsiasi cosa. Fortuna loro due anni fa una suora che lavora all’interno di queste strutture e attua mille progetti per il benessere di questi bambini, ha incontrato la foundacion Casari, nostra partner, e con loro ha iniziato a organizzare un’uscita settimanale per una cinquantina di bambini, il sabato: maglia neroazzurra addosso e via, insieme a noi, quando ci siamo, e ai nostri mister, Thomas su tutti, per provare a tornare per un paio d’ore veri e propri bimbi, per giocare a calcio, con noi, a pallavolo, a calcetto o semplicemente per lanciarsi dallo scivolo, rincorrersi e…giocare! Bello, bella giornata, anche se…anche se credo si possa fare di più, o meglio che noi possiamo fare qualcosa di più. Ci limitiamo a organizzare partitelle, torneini, ma in fin dei conti non lasciamo loro qualcosa in più. Non sono pienamente soddisfatto. Mi sono divertito, per carità, i bambini erano contenti e sono andati via felici, per quel che mi è parso, ma potevo fare di più: dobbiamo organizzare meglio queste giornate, per lo meno quando ci siamo, e fare in modo che queste ore non siano solo gioco libero, ma gioco utile per raggiungere qualcosa in più del semplice divertimento. Ripeto, è già tanto ed è bellissimo quello che si fa, ma si può fare di più. Vedremo. Anzi, ci lavoreremo.
Al termine della giornata, riaccompagnamo i bambini nel centro rieducativo dei genitori con il “nuovissimo” pulmino messo a disposizione dalla fondazione, che ospitava bimbi da tutte le parti, in ogni angolo, su ogni sedile…con il portone aperto (spettacolo. Per un attimo mi è sembrata l’ Africa), contenti e felici, con le loro belle maglie e con il pensiero già rivolto a sabato prossimo.

1 commento:

  1. Bambini in carcere..solo a pronunciare questo ossimoro mi vien male..non che qua in Italia sia questione risolta (numeri fortunatamente bassi..di solito piccini rom che restano con le mamme..per legge non oltre i due anni)..ma lì l'età è molto variabile? Poi immagino che, vista la situa generale, all'interno sia impossibile avere spazi e tempi a loro misura...credo di capire il tuo sentirti goccia in un mare di m..capita a me in situazioni meno estreme..ma con la tua persona e il tuo lavoro comunque fai maturare in loro l'idea che un'alternativa è possibile..per quanto esterno alle loro vite dimostri che di fatto esistono adulti di cui ci si può fidare..e non è poco..

    RispondiElimina