giovedì 18 settembre 2014

Cochabamba!

Bolivia 2014.

Dopo una sosta record a casa, finalmente si torna in viaggio! Finalmente!
Si, si, non ce la facevo più a starmene a casa e posso essere apertamente sincero senza temere ritorsioni “silviesche”, tanto so che non legge quasi mai il blog. Si, certo, a Villasanta sei tranquillo, con Silvia tutti i giorni, senza limitare il tuo rapporto con la moglie ad una chiamata telefonica serale e a un paio di sms quotidiani; si, va bene, quando sei a casa riesci a seguire con attenzione le attività in Calva, in questo caso l’inizio delle attività della stagione,  senza affidare agli altri misters i tuoi compiti, intervenendo subito in campo in caso di bisogno, senza rimandare le cose a quando rientri a casa; si, si, ok, se non viaggi controlli personalmente la crescita dei tuoi ’98, tari i tuoi interventi giorno dopo giorno, sulla base dei segnali che ti lanciano allenamento dopo allenamento, senza dover ricorrere ad altri occhi (quest’anno quelli di Davide) validi come i miei, magari di più, ma…non miei; caspita, riconosco poi che stare sempre a casa ti permette di allenarti quotidianamente come nemmeno quando giocavi facevi, di giocare con costanza e di massacrare Lillo a tennis con continuità, ma…ma io ho bisogno di viaggiare, di allenarmi ad altre latitudini, di allenare altri bambini, gialli, neri o mulatti che siano, di adattarmi a situazioni sempre nuove e diverse dalle classiche “routinarie” e quotidiane, di muovermi e cambiare spesso orizzonti. La distanza da Silvia, poi, mi sembra sempre rigenerante, rinfrescante: sia chiaro, non che mi annoi, mi stufi  a vivere con lei quotidianamente e abbia bisogno di andarmene per potermi liberare di qualche peso, anzi, abbiamo passato questo mese insieme senza sosta alla grandissima, vivendo da coppia “classica” la nostra vita con grande entusiasmo, ma l’allontanamento da lei, per quanto ogni volta più difficile, mi piace, perché lo vivo come un azzeramento, è un evitare la caduta nella banale routine, nella ripetitività delle cose, è un mezzo per rendermi conto di certe sue, nostre, peculiarità, fantastiche caratteristiche, che altrimenti dopo un po’ smetterei di notare perché assuefatto, abituato; il mio ritorno a casa è sempre un rinnovamento, è sempre un nuovo inizio e anche questa cosa mi piace da matti nella mia vita. Cresciamo giorno dopo giorno insieme e i miei viaggi cementano, aereo dopo aereo, la nostra unione, come mai avrei pensato prima di quel 16 settembre di tre anni fa. 
Insomma, mi piace tantissimo la mia vita, quello che faccio e come per tutti, quando una cosa che ti piace ti manca per lungo tempo, ne senti la mancanza e non vedi l’ora che torni. E ora, seduto sul sedile di questo aereo un po’ sgarrupato della BOA (Boliviana de Aviacion), diretto a Cochabamba, con ancora davanti 18 ore di viaggio, sono felice! 
Mi aspettano 7 giorni intensi, in campo coi nostri bambini e nel carcere dove abbiamo attivato il progetto con i figli dei detenuti, costretti in minuscole celle per le colpe dei genitori, con Massimo che non vedo da più di tre anni, ossia dall’ultima mia visita a Cochabamba (era l’agosto del 2010: mi ricordo che avevamo finito l’allenamento proprio quando a Monaco l’Inter perdeva la supercoppa europea con Benitez in panchina, dopo il trionfo di Madrid) e con i nostri allenatori, curioso di vedere e capire come e quanto sono migliorati. 
Via, allora, alla grande: il terzo viaggio della stagione 2014/15 ha inizio sotto i migliori auspici.

1 commento:

  1. E invece,proprio oggi,leggo il blog. E a quest'ora della notte! Chissà perché.... buona notte.

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