mercoledì 22 gennaio 2014

Coccodrillo a cena...

Giorno 3

Sveglia, circuito, posture, colazione e subito, subitissimo, in aula! Oggi giornata continua, senza sosta: lezione, test pratico, test teorico, allenamento e ritorno a Yaoundé. Oggi giornata piena, pienissima. E allora, senza perder tempo, eccoci attraversare Eseka, oggi ferma, chiusa fino alle 10 per...la "giornata della pulizia"!!!
In pratica il giovedì è il giorno in cui tutto viene rimandato a dopo le 10 del mattino, perché le ore precedenti sono dedicate alla pulizia: pulizia delle strade, dei negozi, della casa...Pulizia.
Tutto questo in teoria, poiché la realtà ci appare, e ci viene confermata da Francis, ben diversa, poiché questo nobile proposito in realtà altro non è che una scusa per poltrire, godersi un anticipo di week-end oziando...più del solito! Si, perché da queste parti, complice sicuramente il caldo umido, lo sport nazionale è l'ozio, diviso in diverse discipline: sul tavolo di lavoro, sotto l'ombra dell'albero, sulla moto, al tavolo del bar, sulla sedia (entrando a trovare il delegato dello sport ne abbiamo beccato uno mitico: seduto sulla sedia, in posizione propedeutica alla scogliosi, dormiva talmente profondamente che pur pestando i piedi passandogli al fianco, non ha avuto alcuna reazione!) insomma, ovunque ci si riesca ad appoggiare, a volte nemmeno poi comodamente. E così attraversiamo una sonnolente e ferma Eseka per andare al centro dove ci aspettano i nostri allenatori, pieni di energia e forze, almeno io: sarà la carne di coccodrillo mangiata ieri sera (impressionante vedere la pelle, la corazza, sul piatto, ma poi il sapore sembra quasi quello del pollo), o le belle giornate che sto trascorrendo, ma oggi sono più carico del solito. Ora dopo ora, quindi, parola dopo parola, il tempo vola via rapidamente: ultima lezione positiva, con grande partecipazione e interazione da parte di tutti, test ben svolto da quasi tutti (10 bocciati su 24), ottime le esercitazioni proposte da loro e poi...splendido il clima che si crea sempre con tutti i ragazzi che incontro sulla mia strada. Sorrisi, battute con tutti, ma anche rispetto  considerazione, rendono ogni mia visita un'esperienza unica, ogni mio incontro un momento importante per la mia crescita, dandomi alle volte l'impressione che quel poco che riusciamo a portare da queste parti serva come, forse più visto che portiamo un gioco, di tanti altri progetti attivi in questo lato del mondo.
Se poi penso che ultimamente i progetti attivati in questo paese, per garantirsi partecipazione pagano (si, si, pagano) la gente affinché sia presente in aula (e non sto scherzando, ne tantomeno mentendo) mentre noi non solo non paghiamo, ma chiediamo impegno costante coi bambini sotto forma di volontariato e nonostante questo siamo sempre seguiti e ben voluti, be' non posso che esser contento del lavoro che faccio e orgoglioso della società che rappresento e che sostiene Inter Campus da quasi vent'anni.
Ho tanto, abbiamo tanto, da migliorare, da imparare, da fare per cercare di aiutare, sostenere tutti i nostri bambini nel loro percorso di crescita, a volte difficilissimo, ma...sembra che siamo sulla strada giusta. Avanti così, intercampisti!

1 commento:

  1. E per terminare la cena dolce a base di cervello di scimmia Indy? A parte la battuta etnocentrica...ma l'esame lo fanno i bimbi sulla teoria del gioco o è quello per gli allenatori da voi formati?
    Per farmi un'idea, quanti abitanti fará Eseka? Ciao...buon lavoro!

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