lunedì 2 settembre 2013

Congo, Kinshasa 2013

30 Agosto

Grandi! Finalmente siamo riusciti a dar vita al classico torneo inter campus di fine missione anche qui, dove negli anni passati non eravamo ancora riusciti a far giocare tutti i bambini contemporaneamente per costanti e apparentemente irrisolvibili problemi organizzativi. Oggi invece eccoci qui, sul grande campo in sabbia dove giochiamo ormai da 4 anni, con 100 bambini impegnati nello stesso tempo nella disputa del torneo. E come è venuto bene, forse proprio per il fatto che era il primo: Barcellona, Real Madrid, Chelsea, Liverpool e Manchester, l'Inter no se no tutti avrebbero voluto giocare in quella squadra, han dato vita a dieci bellissime partite e l'entusiasmo è montato man mano che si andava avanti, con cori delle squadre a riposo fuori dal campo, esultanze ai gol, incazzature per le sconfitte e grandi sorrisi per le vittorie, che aumentavano partita dopo partita. Bellissimo sentirmi chiamare nel mezzo delle partite da bambini dei campi vicini, che sorridendo mi comunicavano il loro gol e il risultato della loro partita ancora in corso: " Alberto', 1-0! j'ai marquez!". Mitici! 2 ore di partite e poi i saluti finali, con la solita richiesta da parte di tutti, ma proprio tutti, delle mie scarpe da calcio, che di solito lascio, ma questa volta porto via con me, non senza vergognarmi un po'. Domenica infatti inizio il ritiro coi miei 98 e non ho il tempo di comprarmene di nuove e inoltre queste sono il modello Frankestein, che prima vorrei testare a fondo! L'altro giorno in campo, infatti, le ho sfondate lateralmente ed ero pronto a buttarle a fine viaggio, ma poi le ho consegnate al Sec, insieme a 500 franchi, circa mezzo dollaro, e mi son tornate indietro cucite come il testone del famoso mostro! Mi spiace nani, ma le scarpe del Mundele, come chiamano da queste parti i bianchi, tornano a casa con lui, per calpestare, almeno per un altro po', altri campi del mondo!

Torneo concluso, ci tuffiamo nel caos unico di Kinshasa per fare il check in in città: qui infatti tutte le procedure di check in si fanno in città, compresa la consegna dei bagagli da spedire, per cui siamo costretti a muoverci, divincolarci tra le migliaia di macchine anarchiche che affollano le strade, tra clacson impazziti e urla frenetiche di venditori di ogni cosa. Ma "il bello" deve ancora venire: dopo il check, il pranzo, un mini allenamentino, la doccia a casa di Alain, dobbiamo dirigerci all'aeroporto per tornare in Italia e...ecco la vera bolgia infernale!  Macchine che avanzano contromano, camion giganti che sbuffano fumi neri, carichi di ogni qualsivoglia merce, moto con tre-quattro persone a bordo...mi mancano sostantivi e aggettivi per dare almeno in parte idea del casino che ci gira intorno! Davvero, impossibile per me, con dizionario limitato dare una idea, anche limitata, di ciò che sta succedendo fuori da questo finestrino! Tra tutti i paesi africani dove ho la fortuna di giocare, tutti super incasinati e "anarchici", Kinshasa e' sicuramente sul primo gradino del podio. Ma forse e' per questo che mi piace tanto venire da queste parti...

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