sabato 27 ottobre 2012

Uganda 22 Ottobre


22 ottobre

Hit the lights, dei mitici metallica, compagni di adolescenza, accompagna il mio rientro in camera, nella mia capannetta all'african village, dopo una intensa e più che soddisfacente giornata ugandese. Direi degna chiusura di una giornata che ha visto il suo sorgere dopo una lunga nottata di lotte con zanzare immortali e oltretutto dispettose, perché non solo ste troie si son divertite a ridurmi ad un groviera, bucherellandomi un po'ovunque, ma mi hanno anche insistentemente preso in giro, svolazzandomi vicino alle orecchie, svegliandomi col loro acuto sibilo e facendo in modo che mi gonfiassi la faccia di schiaffi, nella vana speranza di colpirle mortalmente! Tutto ha un senso, vero, tutto e' stato creato con uno scopo, ma madonnina della neve delle zanzare avrei volentieri fatto a meno! Ad ogni modo, condizione tipo Andrea Pazienza negli ultimi mesi a parte (per i buchi sulle braccia dovuti alle punture), il sole caldo e il cielo azzurrissimo del mattino mi caricano a molla e per tutta la giornata viaggio come Gattuso a caccia del pallone, e così aula e campo scivolano via molto positivamente e con grande entusiasmo da parte di tutti. Devo dire che l'esperimento del laboratorio per aiutare gli allenatori nella costruzione degli allenamenti, accompagnandoli maieuticamente (chissà se esiste come termine...sfruttando la maieutica socratica, intendo) nella scelta delle esercitazioni adatte mi sta intrigando non poco e la cosa sicuramente avrà un seguito; anche Robi e' contento dell'esperimento, quindi direi che siamo sulla strada giusta. Il campo del pomeriggio con i due gruppi di bambini, poi, e' il solito divertentissimo momento, in cui loro ed io insieme miglioriamo e cresciamo nel corso dell'ora e mezza trascorsa insieme, sfruttando quella magica sfera di cuoio come punto di contatto. 
Benjamin e' sempre con me: anche questa volta, anno, dopo anno, il bimbo sordomuto che da 4 anni si attacca alla mia mano non appena entro a Nagallama e mi aiuta, anzi prende il totale controllo di cinesini e palloni, mi fa da assistente in campo, in questa occasione accompagnato da un amichetto, più piccino di lui, ma ugualmente curioso ed iper attivo. Che bello, tutte le volte, tornare su questi campi ed incontrare, anzi rincontrare, amici, persone, ormai parte della mia quotidianità "ugandese", parti cioè fisse dei miei giorni in posti specifici, determinati, precisi.  Un po' come in Calva ritrovo sempre le stesse persone, qui la cosa non si discosta di molto, se non per il fatto che...sono in un altro mondo, rispetto al mio! 
Ormai son quasi convinto: la prima volta che riesco a portare Silvia con me, la porto qui, in Uganda: paese tranquillo, gente splendida, natura selvaggia e questa condizione di assoluta famigliarità con tutti, che rende le cose sempre semplici e tranquille. Quindi, mia cara, preparati...

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