lunedì 24 settembre 2012

Congo Kinshasa 23 settembre


Kinshasa 23 Settembre

Kimbondo. Ospedale pediatrico di Kimbondo, per esser precisi. Kimbondo, una realtà nata nel 1986 per volere della dottoressa Laura Perna e che grazie a Padre Hugo, cileno, e alla sua infaticabile ed indistruttibile volontà, accoglie e cura bambini  da 31 anni, non 10 come ho scritto ieri, già nati in situazioni estreme di disagio, con in più con malattie rare o gravissime. Che uomo, padre Hugo. Di fronte a lui mi sento assolutamente una nullità! quest'uomo vive e lotta quotidianamente per i suoi bambini dell'ospedale, si batte con tutte le sue forze per curare, guarire e quindi poi crescere ed educare questi bimbi stregone, abbandonati dalle famiglie, sostenuto, aiutato dalla sua sola Fede incrollabile e da qualche associazione, per lo più italiane, che lo accompagnano nella sua giornaliera battaglia. Quest'uomo e' stato capace di vendere tutta l'eredita' di famiglia per comprare il terreno e costruire il centro trasfusionale dell'ospedale e il campo dove da oggi ha preso vita Inter Campus Kimbondo. Quest'uomo una settimana fa e' stato vittima di un assalto, malmenato, picchiato, per rubargli...due computer dell'anteguerra e nonostante questo ennesimo episodio di violenza, continua ad andare avanti, come un rompighiaccio nello stretto di Bering a dicembre. Quest'uomo e' un grande, trasmette un'umanità che pochi altri, forse nessuno, tra le persone da me incontrate nel mondo, sono in grado di trasmettere. E i suoi bambini...madonnina, i suoi bambini sono un concentrato di sfighe mai visto: bisognosi di affetto, a caccia serrata di carezze, abbracci, sorrisi, senza quasi nulla, nemmeno la possibilità di mangiare quotidianamente qualcosa di veramente sostanzioso, senza genitori e visti dal resto della comunità come persone da emarginare, evitare, perché deformi, down, autistici o chissà cos'altro, eppure...eppure incredibilmente vivi! Willy, per esempio: 11 anni, deforme, con un occhio mezzo chiuso e la faccia gonfia dalla parte dell'occhio chiuso, come se fosse stato picchiato; lui, operato a quell'occhio a Milano (già, perché tra le altre cose, Padre Hugo riesce anche a portare quasi ogni anno i bambini in condizioni più critiche in Italia, per far farli operare! e solo l'Italia risponde sempre presente alle richieste di Kimbondo, dice il padre) ma ancora evidentemente deforme (ricorda abe, di abe's word, gioco della playstation, cazzo!) oggi sorridendo mi ha detto:" ah, l'afrique. que belle la vie!" osti, se me lo dici tu...e come Willy, Champion, o Francois, o Gino...deformi, down, ritardati, qualunque sfiga tu possa pensare, qui ce l'hanno, eppure...ridono, corrono, giocano! già, giocano: oggi ancora no, ma da ora, col materiale inter e l'allenatore trovato, anche loro avranno modo di giocare. Anche loro come i 50 bambini sempre dell'ospedale, ma "normali" che oggi, per primi, hanno dato il via al progetto in questo angolo di mondo, che per primi hanno indossato la nostra maglia, che per primi hanno esultato, e che esultanza, per un gol fatto. Be', cacchio, oggi non posso esimermi dall'urlarlo, nonostante la figuraccia col Siena: GRAZIE INTER, a nome di tutti loro!

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