sabato 9 aprile 2022

Endless day

Giornata di 48 ore, quella appena conclusa! Considerando che sono in ballo dalle 6 del mattino, ora locale (+6 rispetto a casa), non credo di sbagliarmi tanto con questa affermazione. Però che bella giornata. Intensa, piena di nuove scoperte e anche vissuta parzialmente da turista. Per la prima volta, infatti, da quando faccio parte di questo progetto, io e i miei compagni di avventura riusciamo a ritagliarci del tempo per conoscere un po' il paese che ci sta ospitando, per vedere qualcosa in più oltre al centro tecnico federale e all'hotel dove alloggiamo e decidiamo di sfruttare ogni minuto a nostra disposizione. E così, dopo una passeggiata in centro per vedere la piazza principale (immensa), intitolata a Gengis Khan, come del resto la metà delle cose da queste parti, e un paio di monasteri buddisti, oltre al palazzo estivo, saliamo sul "nostro" van e usciamo dalla città, per raggiungere, nel bel mezzo del nulla, la stata equestre più grande del mondo, dedicata indovinate un po' a chi? Esatto, avete sicuramente indovinato: proprio al grande condottiero che, seppur per poco tempo, è riuscito a riunire sotto il suo comando il più grande impero terrestre della storia, Gengis Khan. E la statua è incredibile: 40 metri di altezza, lui seduto su questo enorme cavallo, nel mezzo del nulla! Ma davvero del nulla: intorno non c'è niente, se non qua e la qualche camping o qualche resort (chissà chi cacchio viene da queste parti) e la strada che ci ha condotto fin qui. Per il resto...terra arida, marrone scura, sassi e montagne. Sicuramente il panorama tra pochi mese muterà e i fiumi ghiacciati e la terra arida lasceranno spazio a erba verde e acqua corrente, ma per ora tutto appare un po' desolato.
Terminato il nostro giro, risaliamo in macchina, direzione questa volta il Gorkhi-Terelj National Park, una zona montagnosa ricca di sentieri e percorsi da affrontare a piedi, oppure facendo gita a cavallo o a bordo di un cammello. Dentro questo parco troviamo poi un altro monastero buddista, sito in cima ad una lunga scalinata, che attira la nostra attenzione e che andiamo a visitare da vicino. Conosco poco, anzi non conosco proprio, questa religione, se non le cose che conoscono tutti, e l'esser qui, come quando son stato a Katmandu, stuzzica la mia curiosità, il mio interesse. Devo informarmi.

Scendendo la lunga scalinata ci rendiamo conto che ormai si sta facendo tardi e che non sarebbe male fermarsi in zona a cenare, rimandando a più tardi il rimanere imbottigliati nel costante traffico di Ulaan Bator, e così Angie, la ragazza delle federazione che si prende e si prenderà cura di noi in questi giorni, ci porta in una specie di ristorante locale. Quando mai. Madonnina! Vero che mi piace sempre cercare di calarmi il più possibile nella cucina e nelle tradizioni locali, ma qui avrei dovuto informarmi maggiormente e lasciar perdere. Ciò che si mangia qui, la cucina tradizionale, mi risulta particolarmente...difficile da gustare. I dumplin ripieni di...interiora di capra, una specie di frittella stra unta ripiena di non si sa bene quale carne, forse montone, il the mongolo ad accompagnare (una specie di the verde...con il burro sciolto dentro!) e per concludere il latte di cavallo (giuro, nel berlo ho avuto la netta sensazione di avere un cavallo vicino). Che sbocco! Per carità, atmosfera bellissima, posto molto autentico, sicuramente fuori dai circuiti turistici classici, ma... forse c'è un motivo per tutto questo! Cazzarola, è stata proprio dura.
Anyway, il cibo come sempre non è che mi interessi molto, quindi anche se ancora con quel sapore fortissimo in bocca, metto in saccoccia anche questa bella giornata e m tuffo nel letto! Finalmente.

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