La neve e
temperature bassissime mi ricordano su quali campi del mondo mi trovo questa
volta: ben venuto in Mongolia!
Dopo tre giorni miti,
anzi, oserei dire caldi, visto che riuscivo a fare allenamento in maniche corte
(sarà perchè mi muovo tanto, ma comunque si stava bene), l'allenamento
pomeridiano di oggi mi ha riportato alla cruda e gelida realtà di Ulaan Batar,
ossia neve e gelo.
Qualche cenno di
autoctona normalità lo aveva già dato ieri sera, di ritorno dalla cena: un
vento gelido e un cielo scuro avevano infatti accompagnato la nostra camminata
fino al ristorante (ho scoperto la cucina sud koreana e l'ho apprezzata.
Certamente più "edibile" della mongola estrema del primo giorno...),
ma oggi, a metà allenamento, il meteo ha dato il meglio di sé. Prima piccoli
fiocchi di neve e un leggero venticello freddo, poi, lentamente, la neve è
andata aumentando fino a coprire completamente i nostri cappucci prima, il
campo e quindi la città.
La cosa più incredibile
e divertente è stata notare il contrasto netto tra me e gli allenatori locali:
io con doppio pantalone, doppio strato di termiche, cappellino, guanti e
scaldacollo, oltre ad un piumino di quelli da panchina gentilmente prestatomi
dalla federazione locale, alcuni di loro...in maniche corte!!! E io gelavo
anche così coperto. Nient’altro da dire: tutto è relativo, tutto è soggettivo.
Altro che la crioterapia.
In ogni caso anche la
neve a contribuito a rendere speciale il viaggio, per lo meno fin qui. In ogni
suo aspetto. Sotto il profilo lavorativo, io, Sandra e Anto viaggio dopo
viaggio stiamo progressivamente affinando feeling e collaborazione, dentro e
fuori dal campo; ognuno si sta ritagliando il suo specifico spazio e allo
stesso tempo ognuno coinvolge gli altri nel suo e ogni volta l’ultima missione
diventa sempre “la migliore”, a testimonianza della crescita costante. Sotto il
profilo “esplorativo” è stato bellissimo e allo stesso tempo stranissimo vivere
in tre giorni tre stagioni e assistere al cambio di aspetto della città, prima
illuminata dal sole e calda, poi sferzata da un vento gelido, seppur ancora
soleggiata e infine gelida e imbiancata come oggi al punto, per dirla come Margherita,
che “papà, ma li dove sei è Natale?”. Incredibile.
Speriamo per domani le cose cambino ancora, perché il torneo finale, con cento
bambini e tutto lo show di contorno, con la neve potrebbe essere difficile.
Certo è che dobbiamo andare al campo un po’ prima per spalare la neve.
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