martedì 7 maggio 2019

Nepal!!!

Kathmandu. Solo il nome mi emoziona. "Lei se le ricorda tutte queste cose." "Lei chi" "Lei...la macchina...non la senti che quando gira la gomma sembra dire Kathmandu, Kathmandu", per citare solo una delle "emozioni" (dialogo liberamente tratto da "turne" di G. Salvatores. Epico). E ora sono qui. Dopo un viaggio comodo, certamente comodo, grazie a Qatar, ma infinito e dopo quasi 14 ore, eccomi finalmente in Nepal, alla costante ricerca oltre il mio orizzonte di quei mitici 8000 che tanto fascino esercitano. Ma non si scorgono. Già sceso dall'aereo ho provato a guardarmi tutto intorno sulla pista, ma...niente. Cacchio, non si vede nulla. In volo, mentre scendevamo verso la pista, son riuscito a scorgere qualche immensa cima innevata, ma da quaggiù tutto è coperto, tutto è nascosto, celato da un cielo grigiastro, inquinatissimo, che limita notevolmente la visuale. E così pur trovandoci a meno di 150km da sua maestà l'everest, non riesco a vedere nemmeno la sagoma dell'immensa montagna, immerso come sono nel traffico, nella confusione, nel fastidioso e non richiesto "concerto" di clacson che accompagna ogni nostro movimento qui, "in basso". Spero nei prossimi giorni, approfittando anche del fatto che gireremo diverse scuole site alla periferia della città, di riuscire per lo meno ad ammirare da lontano le più alte montagne presenti su questa terra, continuando a sognare un trekking estremo che ad oggi ancora non siamo riusciti a realizzare. Nel mentre continuo a muovermi tra auto e scooter vari col naso all'insù.

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