domenica 29 luglio 2018

Pregi e difetti

PREGI E DIFETTI
Tutte le volte che racconto a qualcuno ciò che faccio, del mio lavoro in giro per il mondo, la reazione è sempre (magari non sempre, ma comunque troppo spesso per i miei gusti) noiosamente la stessa: “bella vita che fai”, sottintendendo che il lavoro vero non è certo il mio “sui campi del mondo". E tutte le volte che il pirla che ho di fronte si esprime in questo modo la mia mente non può che volare nella stanza d’albergo da dove sto scrivendo, con i suoi scarafaggi giganti incontrati questa notte durante una mia tappa al bagno, con i suoi mille ragnetti (ne ho contati 6, uno diverso dall’altro), con la sua puzza di umido e le sue lenzuoline umidicce e poco accoglienti (vero Max? Vero Lore?). Oppure il mio pensiero non può che andare alla tavola apparecchiata dove, insieme ai nostri allenatori, facciamo ogni giorno colazione, pranzo e cena (Mbalmayo non è propriamente una città turistica, attrezzata con strutture per accogliere viziati visi pallidi) con le mille e più macchie che colorano la “tovaglia”, con i suoi invadenti moscerini che accompagnano ogni nostro boccone, con le sue affettuose mosche che ci stanno vicine per tutta la durata del pasto nonostante i nostri maldestri tentativi di allontanarle, con, con e ancora con vari optional non richiesti a rendere "diverso dal solito" ogni nostro pasto. O ancora non mi viene complicato pensare di fronte al fenomeno di turno (e son tutti così) ad Anna a casa, lontana migliaia di chilometri che mi chiede di tornare subito, di fare in fretta a rientrare (come ha fatto questa sera), perché se no si arrabbia, e con lei Si, forse più arrabbiata ancora della nana per la mia lontananza, nonostante l’allenamento decennale ai miei viaggi, alle mie partenze continue. Bello, bellissimo quello che faccio. Bello, bellissimo entrare in rapporto così stretto, così vero, con i nostri mister, con i nostri amici nel mondo, con la loro reale condizione, con la loro vera realtà. Bello, bellissimo rendermi conto ogni volta della potenza che ha il calcio, del fatto che questo sport rimane sempre e comunque uno strumento educativo, forse LO strumento educativo, unico e insostituibile per tutti i bambini del mondo e che non posso, non devo, non voglio ancora mollare questa mia "missione" nonostante tutto. Bello, bellissimo viaggiare e scoprire sempre cose nuove, crescere costantemente, missione dopo missione, viaggio dopo viaggio. Bello, bellissimo tutto, ve lo posso assicurare, ma basta sottovalutare, non accorgersi di ciò che si fa per arrivare a questo “bello, bellissimo”, non riuscire ad immaginare la complessità e le difficoltà che naturalmente esistono anche in questo lavoro, come in tutti i mestieri del mondo. Dai, su, pirla di turno, togliti dai piedi e lasciami godere anche questo viaggio fino in fondo, con i suoi pregi e i suoi difetti.


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