giovedì 26 luglio 2018

Ma petite afrique

MA PETITE AFRIQUE
Un viaggio meno complicato del solito mi riporta nella “mia” Africa, in quello che è stato il mio primo paese di questo splendido e martoriato continente: il Camerun. Incredibilmente anche l’ingresso nel Paese risulta meno complesso del solito, poiché dopo la solita, canonica, fila al controllo passaporti, con i soliti, canonici furbi che si infilano fischiettando, fingendo di essere con questa o con quella persona proprio davanti a te, il ritiro bagagli (degli altri, non miei, visto che io viaggio da sempre e solo col mio zaino) scorre liscio come l’olio, tanto da farmi dubitare di essere veramente nella terra dei leoni indomabili. Dove sono i portatori che ti strattonano per convincerti a lasciar loro la tua valigia? Dove sono i vari faccendieri dell’aeroporto che ti propongono il cambio della valuta “brevi mano”? Dove sono le masse di persone accalcate ansiosamente attorno al nastro porta bagagli, timorose tutte di perdere il passaggio della propria amata valigia, convinte che, una volta passata sotto i loro ignari occhi, sia essa destinata a smaterializzarsi o a cadere in chissà quale buca infuocata? Niente di tutto questo mi si palesa d’innanzi, ma una strana calma, un insolito ordine, ci permette di uscire dall’aeroporto trascorsi nemmeno quaranta minuti dall’atterraggio! Record. Anche Francis rimane un po’ sorpreso di vederci così presto, memore dell’esperienza delle ultime due nostre visite, quando ha dovuto aspettare per ore la nostra “liberazione”, ma ben contento dell’insolito evento, parte subito a spron battuto e ci propone di muoverci subito verso Mbalmayo, per arrivare subito a destinazione ed evitare domani mattina il traffico della città per andare in hotel. Mi spiace rompere le tradizioni, non dormire a maison Italia come d’abitudine, non mangiare il suo super poule dg e non correre domani mattina al risveglio nel suo quartiere, tra salite polverose e discese stile montagne russe, ma effettivamente andare subito “a casa” è un bel vantaggio, quindi…via, si riparte, questa volta in macchina, destinazione Mbalmayo.
Dall’aeroporto la strada è ancora più breve di quanto ricordassi, tanto che in poco più di mezz’ora siamo già arrivati allo “splendido” hotel departement…splendido…una volta, magari. Ma nemmeno tanto. Il solito hotel camerunese, con mille stanze e nemmeno una che funzioni al cento per cento; con mille animaletti, insetti, rane e scarafaggi vari a tenerti compagni per la notte e vaghi segni di pulizia qua e la; con i suoi mille e più inservienti, tra camerieri e lavoratori vari, stravaccati qua e la, per nulla interessati ad aiutarti o a renderti il soggiorno presso la loro struttura un po’ più accettabile; con le sue vasche da bagno enormi e i suoi buchi sul soffitto; con la sua polvere e il suo arredamento “minimal”. Insomma…bienvenue en camerun.


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