venerdì 15 giugno 2018

Il torneo

CHWAMA
Con pochi chilometri di buche, salti e sabbia, dalla città si raggiunge Kilobelobe, un villaggio appena dentro la brusse dove sorge la scuola salesiana di Chwama e dove oggi abbiamo in programma un mega torneo con tutte le nostre cellule presenti, quindi tutti i nostri bambini e bambine, cui si aggiungeranno due squadre ospiti. Pochi chilometri di buche, sabbia e salti, ma molto intensi, diciamo e le mie chiappe ne sanno qualcosa, ma ne vale sempre la pena: questo campo che sbuca in mezzo a quest'immensità di alberi, con ai lati degli enormi, ma davvero enormi, termitai, sovrastato sempre, per lo meno la mia mente lo ricorda sempre così, da un cielo costantemente e meravigliosamente "bluissimo", di sabbia e sassi, con buche e cunette, è sempre un emozione incontrarlo. È sempre un'emozione che mi conferma quanto sia immensa la forza del calcio, quanto sia attraente quella palla: 160 bambini che si alternano nelle partite sotto un sole...africano (ne sa qualcosa il mio lungo naso, ovviamente bruciato a fine giornata), per lo più a piedi nudi, provenienti da tutti i nostri centri (quindi con anche il trasferimento su mezzi che definire eufemisticamente vecchi, ma soprattutto strapieni), giusto per la gioia di giocare...be', se non è passione questa. Peccato solo che in campo più che partite di calcio sembra di assistere a degli incontri di pallavolo: quella povera palla passa tutto il suo tempo per aria, scalciata dall'una e dall'altra parte  senza criterio, con violenza, sempre verso l'alto, costringendo giocatori e spettatori naso all'insù per cercare di seguire le sue folli traiettorie e provare a capire se prima o poi riuscirà a metter fine al suo inutile volo, alla sua continua e forzata esplorazione dei cieli. Al termine del primo incontro ho preso da parte i due mister, Jean e Auguy, per suggerir loro di suggerire ai ragazzi di ricercare giocate a terra, ma alla pronta risposta del primo ho capito che per oggi mi sarei dovuto accontentare dell'entusiasmo e della felicità dei bimbi, senza pretendere altro. "Giochiamo palla alta perché le partite durano poco, dieci minuti, e bisogna arrivare il prima possibile alla porta avversaria"... Ci ho provato, giuro che ho provato a smontare questa tesi, cercando di riportare a terra quella palla, ma non c'è stato niente da fare: in una partita quella povera sfera di cuoio ha passato a terra, in dieci minuti di partita, solo 59 secondi. 'azz. Va be', considerazioni tecniche a parte la giornata è stata lunga, ma molto positiva, con anche il coinvolgimento del villaggio intero, accorso al campo per vedere cosa fosse tutto quel baccano, tutte quelle urla, tutte quelle risate...tutte neroazzurre. 


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