giovedì 18 maggio 2017

Terzo giorno in Persia

E TRE
Se per Johnny Stecchino il traffico era il problema più grande di Palermo, certo non era mai stato a Teheran. Mai visto nulla di simile, in nessuna delle città fin qui viste grazie a Inter Campus: Yaounde, Kampala, Luanda, Caracas; tutti paesini ordinati se paragonati alla caotica, immensa e inquinatissima capitale iraniana! È vero che sono sedici milioni solo nella città; è vero che pagando 25 centesimi un litro di benzina, tutti sono incentivati a muoversi in auto; è vero che avendo poche alternative alla macchina per spostarsi da un punto all’altro della città (ci sono solo tre linee di metro, che tra l’altro collegano solo il nord e il sud della città e neanche totalmente), essendo i mezzi pubblici poco sviluppati, tutti devono ricorrere a mezzi propri per lavorare o per qualunque altro spostamento; però una cosa del genere è impensabile, è invivibile! Il primo giorno per arrivare in hotel dall’aeroporto ci abbiamo impiegato tre ore! In condizioni normali in cinquanta minuti la stessa tratta viene coperta; il secondo giorno per tornare dove siamo alloggiati dal campo, dopo allenamento, quindi dal quartiere Shahre Rey a sud, al quartiere Niavaran a nord, percorso che normalmente richiede 35-40 minuti, abbiamo perso due ore, e così via, per tutti i giorni del nostro soggiorno in Iran. Assurdo. Tutti in auto, tutti per strada e tutti selvaggi, incuranti del codice della strada e di qualsiasi altro comportamento prudente, sensato: motorini contromano da tutte le parti (occhio, quindi, ad attraversare anche le strade a senso unico: un motorino inaspettato potrebbe saltar fuori e rischiare di schiacciarvi. Chiedete a Robi!); auto che fanno inversioni a u nel mezzo della highway non appena si interrompe il muretto divisorio tra le corsie; mezzi di ogni forma, dimensione e potenza (motorini, macchine, suv o camion, nulla cambia) che ti sfrecciano a mezzo centimetro dalla carrozzeria, ricavandosi spazi occultati ai più, formando corsie certamente non preventivate dagli ingegneri, costruttori della strada. Insomma, un vero e proprio inferno! Se penso a quei poveretti che vivono in questa città, non posso che compatirli e certamente non invidiarli per nulla.
Ovviamente in un contesto del genere, con auto in ogni direzione, l’inquinamento la fa da padrone, tant’è che non appena sali verso nord (la città è in discesa e si passa dai 1200mt del campo, zona sud, ai 1505mt dell’hotel, zona nord) e ti volti “verso il basso”, per vedere la metropoli che si sviluppa sotto di te, il tuo occhio, la tua vista è limitata da una spettrale nebbia grigia scura che si alza dal basso e che invade tutto il tuo spazio visivo, portandoti automaticamente a tossire, a sentirti mancare il fiato, per la suggestione che provoca. Coff, coff.

Nessun commento:

Posta un commento