mercoledì 17 maggio 2017

Aeroporto-campo, passaggio diretto

SI COMINCIA:SUBITO IN CAMPO


Arriviamo in hotel sfiniti, dopo più di tre ore di macchina a causa del maledetto traffico di questa immensa e sovraffollata città  e la semifinale in tv appena iniziata e già avvincente non favorisce certo il nostro avvicinamento al letto (qui siamo due ore e mezza avanti, quindi Atletico-Real inizia alle 23,15 da queste parti); conseguentemente al suono della sveglia, puntata alle 6, non mi sento propriamente fresco come una rosa. Ma ok, bastano tre giri con l’elastico e già la giornata assume un altro contorno e dopo una mini colazione, eccomi pronto per il campo. Allo stadio è in programma la prima giornata con i nostri bambini, ottanta in tutto, e con i nostri mister, lo storico Hadi (storico…siamo alla terza visita…)e il nuovo Hosseini: prima seduta con metà gruppo, gestita da loro, per permetterci di capire meglio se qualcosa è cambiato dall’ultima volta e quindi per vedere come sono realmente andate, più o meno avere una idea, le cose negli ultimi sei mesi senza di noi, e secondo allenamento invece nelle nostre mani. Loro, con i dovuti e legittimi limiti e problemi legati ad uno stravolgimento così radicale del loro metodo in favore del nostro, pur mixando un po’ gli obiettivi e pur allenando ancora troppi bambini nello stesso tempo (seppur meno della prima volta che sono stato qui, quando Hadi si esibì in un super allenamento con 75 bambini in contemporanea), qualcosa di interessante ce lo mostrano, a dimostrazione del fatto che qualcosa stanno facendo. Certo, la strada è ancora lunga, ma per lo meno abbiamo iniziato a camminare. D’altronde non dice forse il saggio che ogni grande cammino prende il via con un passo? Ecco, noi il nostro piccolo passo l’abbiamo appena fatto. E anche fermo e bene. A seguire tocca a noi, a me e a Roby, scendere in campo e anche qui, come nel corso dell’ultima visita in Venezuela, la mia voglia di allenare è ai massimi storici: da quando mi hanno tolto la Calva non scendo più in campo quotidianamente, quindi la mia voglia di allenamento si accumula e trova sfogo in viaggio, durante le varie missioni, per la grande gioia dei bimbi, almeno mi pare, che vengono travolti dalla mia sventagliata di energia e motivazione. Rispondono bene i piccoli Iraniani e nonostante l’ostacolo piuttosto ingombrante della distanza linguistica (il farsi è veramente impossibile!!!), a gesti, con qualche parola buttata qua e la, con le dimostrazioni e con l'aiuto di Nasser, un energico uomo di cinquant'anni che parla inglese bene e che mi aiuta dall'inglese al farsi nella traduzione, le varie esercitazioni pensate, con annesse varianti, pur complesse, vengono svolte con entusiasmo e grande coinvolgimento. E anche dimostrando discrete abilità, una buona base motoria e un buon approccio alla palla. Bello, bellissimo allenamento. Mi sono veramente divertito.  Anche il post allenamento, quando ci siamo spostati in “aula” per la parte teorica, nonostante la traduzione da inglese a farsi ogni tanto zoppicasse (certi termini tecnici in inglese se non si conosce un po' il tema sono difficili da tradurre, quindi son dovuto spesso ricorrere a perifrasi, rallentando un po’ lo svolgersi della “lezione”), le cose sono andate via lisce, ma soprattutto efficacemente, viste le risposte dei mister, quindi…avanti così. Domani si replica. Ora però tuffiamoci in palestra, perché se non posso correre a causa dell’infortunio, per lo meno posso sfondarmi di pesi in palestra, messaci a disposizione da Leila!!! Via, allora, andiamo, Roby, la panca ci aspetta!

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