martedì 17 gennaio 2017

I Campi di Lubumbashi

IN CAMPO A LUBUMBASHI


Giriamo i centri parte del progetto nel periodo in cui siamo qui, dedicandoci giorno dopo giorno ai vari Bakanja, Chwama, Djamajetu (chissà come si scrive), saltando questa volta Go Congo a causa del volo perso ad Amsterdam, ma inserendo un nuovo “campo” e conseguentemente nuovi 20 bambini, una squadra, portando a 150 i nostri “atleti” in questa parte di mondo. Con mia, nostra, grande sorpresa le cose qui stanno procedendo bene, gli allenatori stanno crescendo, hanno creato un bel gruppo di lavoro unito, coeso e, nonostante una permanente disorganizzazione di base, o meglio una certa permanenza africana nella loro organizzazione (orari molto, molto flessibili, gruppi esagerati in campo contemporaneamente, uso degli spazi…originale, materiale scarso e mal sfruttato) io e Lore ci rendiamo conto che la strada imboccata è quella giusta: il comportamento di tutti i bambini è incredibilmente migliorato, la loro partecipazione alla seduta è cresciuta, i gruppi si sono andati definendo sempre più proprio come gruppo e non come insieme di bambini e anche le loro abilità tecniche sono migliorate. Insomma, un sacco di indizi che ci hanno portato a capire che le cose qui stanno viaggiando nel verso giusto. Certo, le cose da migliorare sono tante, tantissime e la strada è ancora lunga, lunghissima, non siamo che all’inizio e i nostri mister hanno ancora tanto, tantissimo da fare, ma i segnali che abbiamo sono sempre positivi, per cui…avanti così. Va ammesso che ormai sono sei anni che veniamo anche in questa parte di Congo, oltre che a Kinshasa, però non sempre il tempo ci aiuta davvero a migliorare il nostro intervento, basti pensare al Brasile…lasa sta, va. Meglio pensare a qui. A qui e ai nostri vari allenatori, quali per esempio Magui, una ragazza che ha partecipato ai mondiali di atletica in Corea nel 2011, che incontrai a Macolin in occasione dello YLP con l'Onu e che segnalai a Gabriele di Alba quale possibile, valida ragazza da coinvolgere nel progetto: non mi sbagliavo. Anno dopo anno è cresciuta, migliorata e ora in campo è proprio brava, al punto che lo scorso anno ha collaborato con il Mazembe, la squadra locale paragonabile all'Inter per storia e tradizione, gestendo la squadra femminile. Insomma, una bella scoperta, un bell'investimento, che mi ha fatto finalmente capire a cosa servono i camp dell'Onu...Ora con lei e grazie a lei, oltre che a tutti gli altri Aguy, Jean, Charles detto Gollum (è identico!!! Mangia anche il pesce crudo!), Jean Luc e Lidia, i nostri bimbi hanno la possibilità di giocare almeno tre volte la settimana, seguiti da persone competenti e a loro completamente dedicate, cosa da non trascurare considerando questi lati del mondo. Fin qui tutto bene, dunque. Avanti così, adesso.

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