domenica 15 gennaio 2017

Finalmente arrivati

FINALMENTE LUBUMBASHI


Pensavo di non arrivare più! Dopo aver perso la coincidenza ad Amsterdam a causa del maltempo e la partenza posticipata di 24 ore, con conseguente giornata buttata a zonzo per la gelida cittadina olandese (da notare che, essendo diretto in Congo, con me avevo solo vestiti leggeri, quindi per riuscire a sopravvivere in giro per la città mi sono vestito a strati, con praticamente tutte le maglie che avevo nello zaino, indossate! E comunque mi sono congelato), siamo partiti dall’Europa dopo più di un’ora trascorsa seduti dentro l’aereo e, non contenti, arrivati finalmente a Nairobi dopo 9 ore di volo, siamo rimasti altre due ore fermi sulla pista ad aspettare di decollare! Infinito, un viaggio infinito. Quando poi il fato ci ha finalmente concesso di toccare il suolo congolese erano trascorse poco più di 48 ore da quando il viaggio era iniziato a Linate…48 ore! È stato sicuramente uno dei viaggi, se non il più devastante dei miei 12 anni di Inter Campus e all’arrivo a casa, nell’appartamentino bellissimo che ci ha trovato Gabriele per questa settimana, non ho potuto far altro che mettere la sveglia e buttarmi sul letto, ove sono crollato nel sonno nel giro di pochi minuti. Per fortuna al risveglio mi sono sentito bene, quasi riposato (ho detto quasi…) e pronto per la corsa che avevo in programma: nel momento in cui mi sono sdraiato ho pensato fra me e me, che forse questa volta la corsa potevo saltarla, ma per fortuna non ho ascoltato questo pessimo consiglio dettato dalla mia parte pigra, ma di dar retta al mio bisogno di sport, di attività, e quindi mi sono infilato le scarpe e sono uscito…per strada. Già, per strada: siamo alloggiati in una sorta di residence, inserito in un contesto ove si trovano anche una specie di centro commerciale e un lago artificiale, con annessa spighetta, sempre finta, e tutto questo è circondato da mura e controllato a vista da diverse guardie armate. Il perimetro di tutta questa struttura misura poco meno di un chilometro, per cui come un criceto sulla sua ruota, mi son messo a girare e rigirare intorno a questo edificio per circa 45 minuti, coprendo la distanza di dieci km ma iniziando a soffrire di claustrofobia!!! Che palle girare in tondo: sembravo un matto, un leone in gabbia, avanti e indietro lungo le salite e le discese di questo posto, chiamato La Plage. Ma di qui non si può uscire: le tensioni degli ultimi mesi hanno reso poco sicure le strade “la fuori”, soprattutto per un Mzungo come me, quindi…aspetto il mio torsolo di mela e risalgo volentieri sul mio ruotino!

Nessun commento:

Posta un commento