domenica 18 gennaio 2015

Post Benguela

NOTTATA, ALLENAMENTO E RIPARTENZA.

Alla fine è andata meno peggio del previsto: finito di lamentarmi mi sono buttato puzzolente sul materasso polveroso, ho aperto una finestra e dopo essermi avvolto nella zanzariera mi sono lasciato andare al sonno, conciliato dai latrati continui dei cani randagi, i rumori della strada e dal “conciliante" sibilo dell’esercito di insetti che sembrava aspettasse solo una presenza umana per tornare a vivere.  Tutto questo mantenendo una posizione da mummia, fissa, per evitare di disperdere energie e sudare ancor più di quanto non stia già facendo immobile. Una volta di più ho avuto la conferma della mia grande capacità di addormentarmi in ogni dove e con ogni condizione! Crescere e dormire con sei fratelli, in una casa che di notte era tutto fuorché silenziosa, tra fratelli che russavano e altri che parlavano nel sonno mi ha adeguatamente preparato per Inter Campus! Sveglia dunque poco prima delle 7 per il solito giro di potenziamento e per testare il mio polpaccio infortunato, ma dopo poco più di un chilometro sono costretto a rientrare mesto, mesto alla base: non sono ancora a posto e appena ho sentito un piccolo segnale ho preferito fermarmi per non cadere nell’ennesima ricaduta e dovermi fermare per altro tempo ancora. Cazzarola, è dal 28 che non riesco a correre e riesco solo a nuotare: che palle! Con le pive nel sacco, quindi, rientro, e mi doccio…incredibile, c’è acqua? Naaaa: Stefano ha trovato un rubinetto che sputa acqua inspiegabilmente e io ho con me una bottiglia, quindi pur senza l’ausilio di Silvia (in campeggio un sacco di volte mi sono lavato “a bottigliate”, con Silvia a farmi sa supporto per “il getto”) riesco a darmi una sana insaponata prima dell’allenamento, per la gioia di coloro che mi stanno intorno! Fresco e profumato mi tuffo in breve con Lore sul campo: qui a Benguela i gruppi sono sei con altrettanti allenatori, che si dimostrano tutti molto abili, capaci nel gestire i bambini e nel curare la parte educativa attraverso l’allenamento. Mancano un po’ di contenuti strettamente tecnici, ma…grandi! Il sole picchia alto già alle 9 e le 3 ore sul campo segnano un po’ i nostri volti, ma soprattutto i nostri coppini, rossi e lucenti, visibili da ben lontano. 
Pranzo in comunità con tutti i confratelli, padre Filiberto, padre Santiago in testa e poi…si riparte. Altri 600 km ci aspettano per tornare a Luanda. Vi allora, con quel pazzo di Stefano alla guida e il terrore nei nostri occhi ad ogni metro percorso!!!

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