Dalian, city of sport
DALIAN
Non posso proprio dire
che la Cina sia il mio paese preferito, ma come ogni altra volta che ho messo piede
in questa immensa e diametralmente opposta realtà, rimango comunque
incuriosito, interessato da ciò che incontro, dalle esperienze che vivo. Insomma, anche se non mi piace molto, qualcosa mi
lascia sempre questo immenso paese. Certo, la gente che scaracchia per strada, uomini o donne che
siano, i rutti (giuro, non esagero. Avevo parlato di queste cose su questo mio
diario virtuale ai tempi dell’inter, ma ...) e l’olezzo
costante di sigaretta nei luoghi chiusi, in particolare nei bagni, non rendono
ai miei occhi attrattivo il tutto, però c’è sempre un'altra faccia della
medaglia da osservare e la loro ospitalità, la loro efficienza, il loro ordine
e la loro storia, diversa ed “enorme” da città a città, accendono sempre il mio
interesse.
Questa volta sono a Dalian,
sulla costa, "di fronte" a Corea e Giappone, un porto che ha rivestito un
ruolo e un’importanza cruciale nel corso dei secoli e che è stato teatro di feroci
battaglie per il suo controllo tra Cina e Russa e tra Cina e Giappone. Di quel passato è rimasto poco, solo qualche testimonianza
del periodo russo in città e quello che prima era praticamente solo un grande
porto oggi è una città di 5 milioni di abitanti che loro definiscono piccola
(quando il ragazzo con cui parlavo mi ha detto che è una piccola città mi è
venuto da ridere…tutto è relativo, alla fine) super tecnologica e super…sportiva.
È infatti chiamata la città dello sport e quando arrivo al distretto dello
sport capisco il perché: 16 campi da calcio, due campi indoor, uno stadio per il
baseball, uno stadio per il tennis più sei campi di contorno, un palazzetto
(palazzetto…) per il basket, una piscina olimpionica…tutto concentrato nella
stessa area. Una Villasanta senza case, solo con strutture sportive e un mega
albergo, dove risiedo. Risiedo io e risiedono circa 300 fra ragazzi e ragazze,
dai 17 ai 15 anni, provenienti da 35 diversi paesi del mondo, invitati qui per
la coppa del mondo ISF. Uno spettacolo indescrivibile. Se torno indietro al
2010 con la mente, a quando con inter campus organizzammo la coppa del mondo a Coverciano, e penso a quanto quell’esperienza possa essere stata unica per i
ragazzi e per tutti noi, guardandomi ora intorno mi rendo conto che questi
ragazzi stanno vivendo qualcosa di ancor più incredibile. Uganda che gioca
contro Arabia Saudita, mentre sul campo vicino giocano Marocco e Chile, con terna
arbitrale ufficiale, televisione nazionale cinese a riprendere la partita,
giornalisti, tifosi o semplici curiosi sugli spalti. Incredibile. E poi…la vita
fuori dal campo, al di la delle partite. Tutti nello stesso hotel, con attività
organizzate quotidianamente per tutti per conoscersi, presentare la propria
terra, le proprie tradizioni, la propria cultura. O anche solo per conoscersi, per stingere nuove, impossibili altrimenti, amicizie. Una esperienza che invidio a
tutti loro, perché viverla a quell'età ti cambia la vita. O per lo meno te la arricchisce. E per questo voglio sfruttare questa occasione, essere qui, per portare il collegio in questo network, per portare i nostri ragazzi a vivere questa esperienza unica. Troppo bello per non
provarci. Ora però devo andare in aula: 72 allenatori cinesi, di Dalian, mi aspettano per la formazione.
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