mercoledì 23 gennaio 2019

Medenine


MEDENINE 2
La lunga riunione di ieri ha dato buoni frutti, per lo meno sulla carta: il partner locale è abbastanza attivo con i bambini del villaggio e sarebbe alla ricerca di un progetto sportivo da affiancare agli altri della maison de jeune, per cui noi capiteremmo a fagiolo; per noi, invece, sarebbe bello iniziare a giocare coi suoi bambini per riuscire, attraverso il calcio, a limitare l’abbandono scolastico, ad oggi al 22%, che ovviamente impatta negativamente sulla crescita, sullo sviluppo dei giovani di Kosba e sulla società in generale. Insomma, sul tavolo le carte sembrano essere favorevoli per una buona mano: vedremo domani se anche “sul campo” tutto quello che ci è stato detto corrisponde a realtà. La cosa certa è che Bashir, l’allenatore, mi piace, mi sembra proprio una brava persona, che già, a modo suo, realizza un suo personale inter campus con i bimbi di questo posto a 30km da Medenine, che con noi amplierebbe, migliorerebbe e porterebbe ad un livello educativo più consapevole, più esplicito, anche se da solo a mio modo di vedere non potrà restare ancora per molto. L’appeal della maglia, l’attrattiva dei nostri allenamenti chiameranno sul campo ben più bambini di quelli che già partecipano e legandoci ufficialmente alla scuola è certo che dovremo formare più squadre e di conseguenza dovremo trovare nuovi allenatori/educatori. E quello che ci hanno proposto loro a me non piace molto, non lo vedo molto adatto al ruolo. Oltre al fatto che è una pippazza con la palla tra i piedi (non che sia importante a parer mio essere stato campione del mondo, ma almeno saper muovere con grazia la magica sfera si, cacchio! I bambini ti guardano, ti giudicano e se non li conquisti già così, e basta poco, la strada è già in partenza in salita), non mi sembra abbia grandi doti empatiche, abbia grande capacità di entrare in rapporto immediato con i nostri “nani”. E questa si la ritengo una dote indispensabile. Se non sai allenare, ma sei capace di conquistare i bambini, di farli tuoi e farti rispettare e “amare” semplicemente scendendo con loro sul campo, sarà poi mio il compito di renderti anche allenatore, “riempirti di contenuti” (che sofista del cacchio), ma se quando scendi in campo tentenni, balbetti e non catturi nessuno di quei piccoli, ma profondi e attenti occhi, non diventi il riferimento di nessuno di quei bimbetti affamati di calcio, c’è poco da fare, non posso aiutarti, Inter campus non fa per te. Di questo sono certo, sono convinto. Puoi avere nel tuo bagaglio milioni di esercitazioni bellissime e adatte a tutte le fasce d’età, puoi conoscere tutte le metodologie di allenamento di questo mondo, puoi sapere di calcio (teorico) più di chiunque altro io abbia mai avuto la fortuna di incontrare, ma se sul campo i bimbi non ti guardano, non ti cercano, non ridono con te, non pendono dalle tue labbra anche se tu stai parlando una lingua a loro totalmente sconosciuta, non puoi essere Inter Campus. Puoi andare in qualunque società di calcio italiana, però, perche tanto li importa solo che tu vinca. Anche con i piccoli amici. Ma questa è tutta un’altra storia…


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