venerdì 2 novembre 2018

Second day in New York


SI RICOMINICA
Devo ammettere che della super intensa giornata di ieri, la cosa che più mi ha messo in difficoltà è stata l’impossibilità di allenarmi: uscendo alle 7 dall’hotel e rientrando alle 21, non ho avuto modo di fare la mia quotidiana sgambata (vero, potevo alzarmi prima, ma avendo 9 ore di volo nelle gambe e 5 ore di differenza sull’ora italiana, ho pensato fosse meglio riposare un po’ di più) e la cosa si è fatta sentire. Per lo meno nella mia testa. Oggi essendoci alzati alle 6 per prendere il treno alle 6:40 la cosa mi risultava ancora meno realizzabile, ma fortunatamente il programma si è concentrato nella sola mattinata, quindi saltando a pie pari il pranzo, il nostro ritorno in hotel si è concretizzato alle 14, permettendomi prima dell’incontro delle 16 con Pirelli di uscire e tuffarmi in central park per tagliare il traguardo della maratona durante il primo mille, maratona che si svolgerà domenica e che ha già tutti gli striscioni e le bandiere varie pronte…per i pirla come me, che non potranno partecipare domenica, ma che vogliono alimentare il proprio sogno. Corsa a parte, mattinata interessante anche oggi, con diversi incontri tra scuole e progetti di pre e post scuola dedicati ai bambini.  In tutti, però, è emerso ciò che descrivevo ieri: soccer come strumento sociale = partite libere sotto la supervisione dell’educatore. Nulla più. Se si parla di allenamento, si parla di competizione, di vittoria o sconfitta e non è ciò che questi programmi ricercano. E spiegarglielo è difficile, difficilissimo. Forse inutile mettercisi. Lo dico per esperienza, visto che vengo su questi campi del mondo a provare a far giocare i bambini con il metodo inter campus dal lontano ottobre 2013. Ma…anyway, si può riprovare. Ciò che cerco però è un programma che lavora con bambini, ma che non ha tra le sue “frecce” quella dello sport, così da poter partire da zero e introdurre senza alcun “rischio di fraintendimento” il nostro modello, il nostro metodo di lavoro. E tutto ciò che ho visto fin qui non risponde a questa mia fondamentale necessità. Ma, ancora una volta: vediamo. Inter campus si adatta in ogni dove, quindi qualcosa di valido (finalmente oserei dire) riusciremo sicuramente a mettere in piedi io e Paolo. Si sta lavorando bene insieme, ci si diverte, sempre però puntando all’obiettivo: son fiducioso (o speranzoso?). Danny poi mi piace, quindi non vedo perchè non dovremmo trovar qualcosa. Avanti tutta. 


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