martedì 26 settembre 2017

BUMI ONG

BUMI
Il campo è tipicamente inter campus: leggere pendenza (leggera…), buche, gente che entra ed esce dal nostro spazio di gioco e sabbia, sabbia in abbondanza che il vento di oggi alza e getta nei nostri occhi. Come tanti altri campi del mondo neroazzurro, che certo però non ci porta ad abbassare la qualità delle nostre proposte, che certo non ci distrae dal nostro obiettivo unico e solito: educare i nostri bimbi attraverso l’insegnamento del gioco del calcio e continuare il nostro percorso formativo, dedicato ai mister che ci stanno seguendo giorno dopo giorno, in giro fra le varie cellule di inter campus Lubumbashi. Quando poi al termine della seduta e dopo l’incontro coi mister, Sara, la responsabile della Ong Bumi con cui, attraverso Alba onlus collaboriamo da un anno, ci porta a vedere le case famiglia, la scuola e la fattoria dove vivono i “nostri” bambini, diventa per noi ancora più importante preparare al meglio gli allenatori, affinché siano in grado di offrire l’allenamento più bello mai vissuto prima a tutti loro. Questi bambini se non ci fosse Bumi sarebbero in mezzo ad una strada a vivere e se non ci fosse il calcio sarebbero già diventati abili ladruncoli, allenati a vivere di furti, ruberie ed espedienti di ogni genere. Sara stessa ci conferma che “quattro dei nostri piccoli calciatori mi hanno detto che se non ci fosse stato inter campus sarebbero già scappati e tornati a vivere in strada”. E il calcio è con loro attraverso noi solo da febbraio… Il prossimo passo, ora, sarà quello di trovare un altro allenatore da formare, per affidargli una squadra femminile (visti i problemi legati alla maternità “giovanile” e le ancor più grandi difficoltà di vita delle bimbe) per accompagnare anche loro sui nostri campi e nel loro percorso di sviluppo. Primo passo, questo, perché poi si potrebbero fare altre mille cose: l’ong si prende cura di bambini e bambini di ogni età, da 0 a 18 anni, e per ognuno ha attivo un progetto e per ogni progetto occorrono soldi, che, ahimè e ahiloro, ultimamente latitano. Cacchio! E vedere le casette sovraffollate dove vivono fino a 15 bambini, dai 2,3 anni, fino ai 10,12, seguiti da una “mama” che si occupa di preparare da mangiare, tenere in ordine quello spazio e prendersi cura di loro, sapendo che ne occorrerebbero altre quattro almeno per migliorare le condizioni di vita di tutti, è uno stimolo a cercare soluzioni per aiutarli a realizzare, raggiungere anche questo obiettivo. Come di preciso non so, ma magari attraverso inter campus, seguendo il simbolo inter, qualche sponsor si riuscirà a trovare e…chissà: casette nuove, campi recintati per impedire agli abitanti del quartiere di rubare le verdure che coltivano, inserimento di nuove culture per variare la dieta dei bambini…vediamo. Qualunque cosa può essere utile per provare a dare una speranza, un futuro a questi bambini. Fuor di retorica, assolutamente, ma qui c’è bisogno di aiuto.

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