martedì 20 maggio 2014

Ritorno in Angola

Otra ves Angola!

Scendo dall'aereo che è ancora buio: il sole ancora non ha fatto capolino nel cielo e il blu all'orizzonte rimane totalizzante, ma una volta sbrigate tutte le pratiche burocratiche di controllo del passaporto e recuperati i bagagli, ecco la palla di fuoco stagliarsi ad est, rendendo bollente fin da subito la giornata. Ore 7.30 del mattino e siamo già a 27: come piace a me! Si sale subito sul land rover gigante di Ste, senza troppi fronzoli, direzione Viana, dove 40 allenatori, quasi tutti nuovi, e 40 bambini della nuova cellula, sono già in nostra attesa. Buche profonde, balzi continui sul mio sedile, pozze di acqua putrida guadate dal nostro mezzo anfibio, strade scomparse e altre aperte di fresco, macchine impazzite che si muovono a destra e a sinistra nostra, mentre Padre Stefano continua a dambajare (significa tagliare, fare manovre non propriamente lecite pur di guadagnare tempo e spazio in questa giungla di terra rossa e lamiera), gente che dai lati della strada si butta nel mezzo per attraversarla, incurante dei pericoli, clacson che riempiono le prime ore del giorno...gli stimoli ricevuti dai miei sensi mi fanno capire di essere tornato a Luanda!!  
L'odore forte, fortissimo di...Luanda, non lascia scampo ad errori: si, si, finalmente sono tornato. E questa volta per andare dove son stato la prima volta 6 anni fa, ossia Viana, un posto che ai tempi era fuori dalla città, immersa nel nulla povero e isolato della periferia e che oggi invece è inglobato dal continuo e inarrestabile processo di espansione della Capitale, preso tra baracche di mattoni e lamiera, strade sterrate e altre strutture fatiscenti, abitate da centinaia e centinaia di persone. Rieccomi qui, dunque, pronto subito per buttarmi in campo coi bambini e dedicarmi un po' agli allenatori, per poi sgranchirmi le gambe con una partitella sul campo di sabbia del centro Salesiano, insieme a tutti gli allenatori. Bello, buon inizio. E la cosa che più mi ha entusiasmato è stata vedere nel gruppo di allenatori anche ex bambini Inter Campus, ossia bambini/ giocatori che sono passati da noi, cresciuti con noi e che ora hanno deciso di rimanere nel gruppo dedicandosi a loro volta all'educazione di nuovi soggetti, di nuovi bambini passando sempre dallo stesso strumento, sfruttando sempre lo stesso mezzo: il pallone. Toninho, Donbosco (si, giuro, si chiama così), che facevano parte dei 15 della coppa del mondo, Romeo: tutti ex giocatori nostri, ex ninos de rua, oggi alle prese con il loro primo corso di aggiornamento, oggi passati all'altra parte del campo, per aiutare altri a divenire grandi nell'allenamento e con l'allenamento. 

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