mercoledì 15 giugno 2022

A volte ritornano

 Caspita se ne è passato di tempo! Ridendo e scherzando, l'ultima volta che sono stato da queste parti a fare allenamento è stato il 2011! Madonnina. Non pensavo, ma oggi quando ho rivisto Julio e abbiamo ripercorso la nostra strada insieme, entrambi siamo rimasti sorpresi dal ricondurre a quella data il nostro ultimo incontro paraguagio. Incredibile. Come incredibilmente bello è stato riabbracciare Julio oggi, appena arrivato al centro tecnico federale: una delle persone "illuminate" incontrate sul mio cammino, una di quelle persone che con la sua storia di vita e il suo modo di essere oggi, mi hanno stupito, sorpreso, affascinato; una di quelle persone che voglio portare come esempio ai miei giovani giocatori, ai miei studenti, perchè no, alle mie due streghette, perché questo con la vita ha fatto a pugni, ha lottato, e ora è qui, un po' malconcio, ma vivo e vegeto e carico di una vitalità contagiosa. Di chi sto parlando, vi starete chiedendo miei 25 lettori? Di Julio Gonzales Ferreira, un ex calciatore paraguayano, che al momento di spiccare il volo a 25 anni, quando giocava nel Vicenza in serie B e aveva già firmato un pre-contratto con la Roma, oltre ad aver vinto l'argento olimpico alle olimpiadi 2004 e ad essere parte della selecion nacional che nel 2005 aveva già in tasca un biglietto per il mondiale tedesco dell'anno successivo, ha pensato bene di addormentarsi in macchina, schiantarsi contro due camion, farsi travolgere da una terza vettura e rimanere cosi senza il braccio sinistro, col braccio destro a mezzo uso e segnato in vari punti del corpo. Di un ragazzo, quindi, che stava correndo in aeroporto per tornare a casa e raccontare alla famiglia dei suoi sogni che si stavano realizzando e che in un attimo non solo ha visto svanire quei sogni, ma ha visto la sua vita stravolgersi completamente, assumere tutta un'altra piega, prendere una strada completamente diversa da quella che aveva in mente lui. Eppure...eppure, come dice lui, gli è stata data una seconda opportunità, si è rimboccato la manica, l'unica che il destino gli ha lasciato ( se ci sono perbenisti tra i miei 25 lettori, quella è la porta. Con Julio è un continuo far battute di questo genere e il primo a iniziare è sempre lui), ha voluto a tutti i costi tornare a giocare nella serie A del suo paese per dimostrare a tutti che poteva ancora farcela e una volta arrivato dove voleva si è ritirato, ha appeso gli scarpini e ha iniziato un'altra carriera, sempre nel calcio, ma in quello vero, quello della strada, anzi, quello che allontana dalla strada. Ha aperto infatti una sua fondazione e ha iniziato a far giocare a calcio bambini che altrimenti non potrebbero giocare e che con grandi probabilità imboccherebbero strade "sbagliate", eppure da queste parti ultra affollate, e ha così iniziato a dedicarsi agli altri, a quelli più piccoli, sempre con quella palla tra i piedi. 

E oggi, dopo tanto tempo, son riuscito a coinvolgerlo nel nostro corso, a farlo entrare come partecipante, ma soprattutto a farlo entrare come testimonianza reale, vera, di ciò che diciamo, ossia di quanto il calcio possa segnare positivamente la vita di un bambino, di una bambina, anche senza farlo diventare un calciatore "vero". Son contento, son proprio contento di averlo qui con me. O meglio, di essere qui con lui: sarà sicuramente un plus incredibile per me, per il corso, per fifa football for school, per i mister presenti...per tutti, insomma. E spero anche di riuscire a dargli l'opportunità di trovare qualche contatto utile per trovare nuovi fondi, nuovi aiuti, per il suo progetto a Cateura e all'Aldea. Foza Julio!

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